C'è poco da dire, io sono una pessima abitante del pianeta Terra in generale, e della città di Roma in particolare. Non mi ci ritrovo. Non è da me.
D'altro canto, Barbapapà me l'ha sempre detto che io sono un elfo... e, in fin dei conti, se prendete l'iconografia degli elfi e la affiancate a quella degli alieni, stiamo lì. Le differenze sono poche. Forse giusto le orecchie ed il numero delle dita.
Però, c'è una cosa che mi fa diventare Terraiola (o si diceva in un altro modo?) fino all'inverosimile, ed è l'incuria che hanno gli abitanti ufficiali di questo Pianeta per il Pianeta stesso. Credo di averne già parlato, ma non so se su questo blog o se su qualcuno dei precedenti...
Per dirne una, oggi tornavo beata e tranuilla dopo aver comprato il latte alla spina (latte crudo... sbav!!!!), ero seguita a ruota dall'autobus, ed ho visto una distinta signora che, alla vista del mezzo, ha lanciato la sua busta della spazzatura grossolanamente in direzione del selciato vicino al bidone, mettendosi poi a correre con un'andatura che sarebbe stata superabile anche da una tartaruga...
Ora. Io che sono rompicoglioni di natura, mi fermo e penso. Ma non sarebbe stato meglio buttare la spazzatura sul serio, o lanciarla nel bidone vicino che è sempre perennemente lasciato aperto, e quindi mettersi a correre sul serio, magari gesticolando per evidenziare la propria presenza all'autista? O, alla peggio, non sarebbe stato meglio riprendere l'autobus alla fermata sulla parallela, oppure attenderne un altro? Io mi ritrovo a slalomare mucchi di spazzatura che sono solo un prequel di quello che è successo a Napoli, e questo perché quattro sgarrupati che non hanno nulla di meglio da fare nella vita si sono dati allo sport del "rovescia il bidone", ma non è che chi butta carte e sacchetti per terra sia taaanto meglio...
Che dite, mi conviene cambiare pianeta?
Per finire in gloria, vi lascio con una meravigliosa citazione da uno dei romanzi più divertenti degli ultimi anni, "Buona Apocalisse a tutti!", scritto a quattro mani da quei geniacci assoluti di Terry Pratchett e Neil Gaiman. Il romanzo al momento è fuori catalogo, ma secondo me, se si facesse un po' di pressione sulla Mondadori, lo potrebbero ripubblicare... come direbbe la Xiuh, enjoy!
"(...)Prima di tutto, però, Newt dovette occuparsi del disco volante.
Gli atterrò proprio di fronte, sulla strada, mentre tentava di individuare la deviazione per Lower Tadfield, con la mappa aperta sul cruscotto. Fu costretto ad inchiodare.
Sembrava identico ai dischi volanti che Newt aveva visto nei fumetti.
Mentre lo osservava, oltre il bordo della mappa, sul lato del disco si spalancò, con notevole frastuono, uno sportello da cui uscì una scala, protesa verso la strada. Brillava di un'accecante luce blu, nella quale si stagliarono le sagome di tre alieni. Discesero lungo la scalinata. Due di loro camminavano, mentre il terzo - quello che sembrava un contenitore per il pepe - scivolava, e una volta giunto in fondo, cadde per terra.
Gli altri due, ignorando i suoi frenetici "bip", si avvicinarono con lentezza all'automobile, come ogni poliziotto dell'universo che in cuor suo sta già compilando il verbale. Quello più alto, un rospo giallo vestito di fogli di alluminio da cucina, bussò al finestrino di Newt. Lui lo abbassò. L'essere indossava degli occhiali a specchio che a Newt ricordavano Nick mano fredda.
'Buongiorno, signore, signora o neutro' disse la cosa. 'Questo è il suo pianeta, vero?'
L'altro alieno, tozzo e verde, si era avventurato lungo la carreggiata, verso il bosco. Con la coda dell'occhio, Newt lo vide mentre scuoteva un albero a calci, e infilava una foglia in un complicato apparecchio che portava in cintura. Non parve molto soddisfatto.
'Be', sì. Credo di sì' rispose Newt.
Il rospo guardò il cielo, pensieroso.
'E' tanto che è suo, eh?' chiese.
'Ehm. Non mio personale. Voglio dire, come specie, saranno mezzo milione di anni, più o meno.'
L'alieno scambiò uno sguardo d'intesa con il suo collega. 'Abbiamo lasciato un po' correre sulle piogge acide, eh, signore?' chiese. 'Abbiamo alzato un po' il gomito con gli idrocarburi, eh?'
'Mi dispiace.'
'E' in grado di dirmi qual è l'albedo del suo pianeta, signore?' domandò il rospo, sempre intento a fissare l'orizzonte, con aria seriosa, come se vi stesse accadendo qualcosa di significativo.
'Ehm. No.'
'Be', mi dispiace, signore, ma sono costretto a farle notare che le sue calotte polari sono al disotto della soglia regolamentare, per un pianeta di queste dimensioni.'
'Oh, mamma' disse Newt. Si chiese a chi avrebbe potuto raccontare una cosa del genere, e si rese conto immediatamente che nessuno gli avrebbe creduto.
(...) L'alieno tozzo passò accanto all'auto.
'Il livello di anidride carbonica è sopra lo 0,5 per cento' gracchiò, con uno sguardo eloquente. 'Lo sa che potremmo farvi una multa in quanto specie dominante sotto l'influenza di istinto consumista, vero?' (...)"