lunedì 27 gennaio 2014

Constatazioni

Alla soglia dei 31 anni, credo di potermi permettere due constatazioni.
 
 
La prima è che odio le domeniche; o sono al corso, o sono a Porta Portese, o non so cosa fare - a parte zompettare per boschi, ma non è la stagione.
 
 
La seconda è che odio il mio compleanno. Non amo ricevere i regali, detesto organizzare qualcosa, mi sento in obbligo di far stare bene tutti e poi finisco per stressarmi, restare digiuna e basta.
 
 
Col fatto che c'è un fine settimana a settimana (say what?), e che il mio compleanno si avvicina pericolosamente, non è del tutto strano che io sia un tantino di cattivo umore...

domenica 12 gennaio 2014

Una domenica tipo di follia

Visto che mi sono appena un attimo stufata di raccontarvi delle mie vicende sentimentali, che tanto si concludono sempre con me come la Regina Indiscussa dei Due di Picche (call me Queen of Spades, please!!), ho deciso di distrarvi con l'amena ricostruzione di una mia domenica-non-ad-Ostia tipo.
 
 
Sveglia alle 5. O 5.10. Comunque, un orario in cui uno normalmente vorrebbe rimanere avvoltolato nel piumone (specie se, come me ieri sera, si è andati ad una festa di compleanno stile anni '30, e si è rimasti quasi totalmente digiuni cenando a pane e formaggio grossomodo a mezzanotte...). Nei fumi del sonno, organizzarsi per le abluzioni ed il vestirsi. Verso le 5.45, telefona il Capo Dandy, per avvertirmi che alle 6.10 mi passerà a prendere. Salgo a villa Caos per fare colazione. Realizzo che non c'è succo di frutta (accuratamente terminato da Barbapapà che ancora non ha imparato che la domenica mattina a me serve sbrigarmi), quindi avvio l'acqua per il té del thermos e scendo di nuovo in cantina a prendere la bottiglia. Torno su, mi strafogo in qualche modo, metto il té in infusione (e lo levo quasi subito, visto che due domeniche fa', per una concentrazione eccessiva, ho avuto un attacco di tachicardia da ospedale...), chiudo il thermos, vado in bagno mettendomi le scarpe, ne esco aprendo la porta su Barbapapà che è nel mezzo di una delle sue peregrinazioni notturne, metto sciarpa e giacca, prendo le borse (smadonnando perché ho chiuso il thermos male e il té sta facendo un simpatico laghetto), esco di corsa e salgo sul furgone.
 
 
Solito Capo Dandy che sale in cattedra e si mette a dispensare i suoi consigli di vita - leggasi anche: Kurandera stacca il cervello e parla il minimo indispensabile, ed assolutamente non di sé -, arrivo al nostro posto, io parto all'azione con la scopa spazzando via le foglie (e blastando ogni commento di "fai pratica a scopare!"), tiriamo giù tavolini, casse, treppiedi, stecche, ombrellone e scatole e cominciamo a montare, interrompendo per permettere al vicino marocchino di parcheggiare (mezz'ora in manovre, ed un'altra mezz'ora di discussione tra Capo Dandy ed il marocchino per il passaggio a lato del banco - e questo OGNI SACROSANTA DOMENICA).
 
 
Rinuncio a chiedere asilo politico, monto quello che posso mentre il Capo parcheggia (e va a caccia di acquisti, essendo lui maniaco dello shopping come e più di una donna media). Quando lui arriva, si prende caffè e dolcetti (mentre io lavoro), quindi comincia a girare a vuoto ed a mettere cassette sul banco per farmele togliere di torno, spargendo ovunque le bottigliette che usiamo per bloccare le scatole della merce nelle cassette.
 
 
Organizzato il tutto, scambio i convenevoli con il bustaio Irish (ed il suo accompagnatore, che parla l'inglese meglio di lui...), faccio qualche duetto col libraio dietro al banco (con cui improvvisiamo di tutto, dai Beatles ai Four Non Blondes, passando anche per i Cream), comincio a servirmi di té (mezzo di opravvivenza obbligato quando fà freddo, beninteso se non lo si lascia troppo tempo), mi incilindro (e qui parte la raffica di foto, visto che il Capo Dandy indossa: un completo rosso scuro giacca/pantaloni, con una camicia giallo-arancio, foulard di seta color mostarda con fantasia rossa, collana di perle marroni e granato grossularia, giacca a vento verde smeraldo e tuba in velluto marrone; ed io sono diversamente bassa, rossa e col cilindro d'epoca), e cerco di essere sufficientemente lucida, visto che il Capo si estrania per conto suo.
 
 
Le domeniche dopo le feste sono le peggiori. Abbiamo alzato più soldi con le ossa che non con le pietre. I più agguerriti oggi sono stati i cinesi, di cui uno che si è conquistato il premio di "Contrattatore più abile" conquistando una perla d'onice a barilotto alta 10 cm (sarà stata di circa 200 grammi...) per 30 euro... il peggiore invece è stato un tipo che ha voluto prendere  due giade intagliate, molto belle, a 10 euro perché "non aveva soldi", e poi ha pagato con 20 euro... mentre la peggiore è stata una tizia che voleva comprare un'intera mazzetta di fili per 1 euro (verrebbero 1 euro al filo...).
 
 
Ispirata dalla visione di una cliente che si ispirava a Janis Joplin, mi sono messa a cantare "Try" al vicino di dietro (che non l'ha riconosciuta, e poi mi ha confessato di non amare la Joplin). Al che ho attaccato con "White Rabbit" dei Jefferson Airplane. E quando lui mi ha chiesto come fosse possibile che una ragazza conoscesse queste canzoni, ho ribattuto "Perché sono vecchia dentro!". Credo che stiano ancora ridendo...
 
 
Ho avuto piccoli momenti di soddisfazione, un lungo momento di disagio (quando si è ripresentata la stessa situazione che ha riportato la mia attenzione sul Russo... e mi rendo conto che dovrò affrontare anche questa cosa...), diversi momenti di scazzo col Capo Dandy (tra cui l'ultimo in cui gli ho fatto presente che se vuole che io non usi un tono acido, deve rendersi conto che non può dirmi di fare cose che già sto facendo con tono scocciato e poi cercare di metterci una pezza chiamandomi "amore"), troppi momenti musicali (andando da "A Pict song" degli Emerald Rose, mio leitmotif della giornata, a "Lullaby of Birdland"), pure troppo freddo, una discreta dose di complimenti, un intero cartone di pizza al taglio e quasi tutto il thermos, e troppo sonno...
 
 
Mi rendo conto che le mie domeniche sono atipiche... le rare volte in cui non devo correre da nessuna parte, mi fà strano... ed ancora non capisco come mai io sia una sorta di icona della femminilità per alcuni, visto che poi sono uno scaricatore di porto...
 
 
(metto questa che tanto le altre le conoscete tutte, o quantomeno sono più facili da reperire...)
 
 

martedì 7 gennaio 2014

Ouch!

E così.
 
 
Cominciare a preparare il pranzo presto, perché tanto una corda di violino in confronto a me è molla.
 
 
E la Squala che rompe le scatole perché lei avrebbe fatto qualcosa di più sbrigativo (ma sto cucinando io... se voleva, poteva rientrare prima e farlo lei), e deve uscire presto (mavà? E a che ora? La mia stessa ora? Interessante...), e che non ha la mia falcata (mavà numero due...), e non le piace uscire col boccoe in bocca (mavà numero tre, ma ci si abitua a tutto...) ed altre simili amenità, quando io avevo la testa nettamente altrove; e si è riscossa solo per dirmi che avevo un'aria preoccupata, ma le è bastata una mezza cavolata per calmarsi (genitori: quando sono distratti, e quando sono distraibili).
 
 
Ovviamente, ero troppo tesa... quindi, quando siamo uscite ed è arrivato l'autobus, io ho lasciato che lo prendesse e sono andata a piedi. Ed ovviamente, visto che io ho una falcata umana, ho preso il treno prima del previsto. L'appuntamento alle 15 è stato quindi alle 14.40...
 
 
Il Russo (sì, ok, è sempre lui, ed io sono un'idiota) si era svegliato tardi, ed io gli offrivo una scusante per muoversi ed uscire... solo che, arrivata in stazione, mi sono resa conto di non poter stare ferma causa gambe di gelatina quindi, appurato che lui non era ancora arrivato, mi sono incamminata nella maniera più lenta possibile verso casa sua (arrivando a farmi superare da una signora filippina che parlava al cellulare... U_U).
 
 
Quasi sotto casa sua è comparso; ed ovviamente, sapendo il mio stato d'animo, la prima cosa che ha detto è stata "Non scappare!". Non so che colore avessi, in effetti. Ma ridere mi ha aiutata un po'.
 
 
Siamo andati, camminando lentamente, verso un parco qualunque, uno di quelli un po' squallidi, abbandonati a loro stessi ed ai graffitari, e lì, dopo la classica caccia alla panchina "pulita", lui ha aperto il suo regalo della befana ("Good Omens", libro d'obbligo), ed io ho letto la risposta scritta alla mia lettera (ebbene sì, dopo essere stata definita una nuova Jane Austen o l'ennesima sorella Bronte, ho ricevuto una risposta scritta).
 
 
Ouch.
 
 
Dalle prime righe.
 
 
Cortese, ma fermo. Gentile, ma diretto. Sincero, assolutamente.
 
 
Anche qui, non so di che colore sono diventata. Ed anche qui, mi ha salvata la risata finale, garantita da una sua battuta sulla mia cacografia (mi piacerebbe scrivere bene... e, a parte tutto, ho realizzato che il mio corsivo è come la Salsapariglia asperis, con i viticci, spinoso, e con le lettere simili alle foglie in germoglio...).
 
 
In pratica, mi vuole bene, ma non "quel tipo" di bene. E' un amico. Non può essere altro.
 
 
Rimpiango di aver complicato le cose in un momento di difese abbassate dal sonno, sperando che la sua sbronza e la memoria da pesce-rosso-stile-Dory-di-Nemo mi aiutassero (cosa che regolarmente non è successa...).
 
 
Quindi, tanto camminare e tanto parlare, specie da parte sua. Da parte mia, un momento in cui di nuovo mi è mancata la terra sotto i piedi, e un po' di corsa, dopo avergli mollato borsa e sacca di danza, fregandomene della ghiaia del fango del rischio di cadere e di cosa poteva pensare la gente.
 
 
Sinceri e diretti. Rispettosi dello stato d'animo altrui. alvo le lacrime che si rifiutavano di uscire.
 
 
Mi ha accompagnata di nuovo alla stazione del treno, io non pronta per una facciata da tenere al lavoro, lui che non sapeva cosa dire. Ho bloccato la porta con la gamba, poi ho capito che non c'era più tempo, e sono salita.
 
 
Ho scritto a chi sentivo di dover avvertire, ho cercato ancora una volta di piangere, sono scesa alla fermata ed andata un momento alla valle dell'Inferno, ho parlato via telefono con Crowley per troppo tempo, cosa che comunque mi ha aiutata per la mia facciata di "brava ragazza sempre allegra", ho fatto il mio dovere, mi sono incamminata a Danza con le prime lacrime che finalmente avevano trovato la direzione giusta, quindi ho parlato e pianto al telefono con Xiuh, facendo prendere un accidente alle mie amiche di Danza, e solo a lezione, massacrandoci con i movimenti in salita e discesa, sono riuscita di nuovo a sorridere.
 
 
L'orgoglio sarà la parte facile. E' una vita che più o meno ci scendo a patti, e ok, ormai so che valgo, e valgo davvero molto, un po' me lo ha scritto anche lui. La parte difficile sarà andare in quella parte di me dove questo sentimento è cresciuto, e mettermi lì con calma a sradicarlo tutto, perché non ne rimangano tracce, neanche il minimo dei germogli.
 
 
Allora potrò tornare ad essere un'amica.

sabato 4 gennaio 2014

2013

Il 2014 è cominciatro da poco, e già mi sembra abbastanza simile a quello lasciato... è cominciato coi dolori del ciclo (e spero che questo non voglia dire che passerò un anno piegata in 16 con la nausea...), con un despacho (che nonostante il nome non si mangia) e con un portale aperto a colpi di Danza, è proseguito con feste, compleanni, lavoro e pezzette che corro a mettere agli amici, al momento la situazione dell'ordalia ancora non si è sciolta (e c'è il Vampiro che dice "Ma mica deve scegliere un appartamento!!!!), ma forse ci stiamo arrivando... e insomma, non vedo grosse differenze dal 2013.
 
 
E un po' posso dire di essere contenta. Il 2013 mi ha lasciato qualcosa di buono. Uno sfrondamento di rapporti falsi, per dirne una; lo sblocco dei miei sentimenti congelati (ero un freezer e neanche me n'ero accorta...); buone situazioni lavorative; la Danza on my own, visto che non avevo mai provato questa situazione; un bel po' di crescita personale; tante persone meravigliose che mi hanno teso la mano nei momenti difficili; e soprattutto, una nuova valutazione di me.
 
 
Cosa mi aspetto da questo nuovo anno?
 
 
Un lavoro sempre più stabile, con delle buone entrate; l'amore; viaggi, specie la mia tanto desiderata Irlanda; nuove amicizie; tantissima musica e tantissima Danza; vivere, in generale...