martedì 17 giugno 2014

Camping shopping

Non so, esattamente, quando ho cominciato ad essere affascinata dall'idea del campeggio.
 
 
Ricordo che per anni è stato il mio sogno proibito. Andare in campeggio con i viejos? Impossibile.
 
 
(loro ci andavano, illo tempore. Il problema è che nel frattempo sono passati più di 30 anni, sono diventati vecchietti e, nel caso della Squala, bionici, e comunque non hanno più l'agilità di infilarsi in una tenda)
 
 
L'attrezzatura teoricamente c'era, ma persa chissà dove.
 
 
Anni ed anni fa - facevo ancora il liceo... GAAAHHH!!!!!!! - avevo trovato a casa di nonna al mare una tenda, o meglio il telo; l'avevo tirato fuori, controllato, avevo lavato via la muffa e l'avevo steso... e a quel punto PoshMan, l'unico uomo che parta dall'idea che l'albergo deve essere minimo a tre stelle, ha detto che era dei suoi genitori o comunque sua, e che se la prendeva lui.
Per non usarla, conoscendolo.
E solo dopo che IO avevo fatto il lavoro.
Ma vabbè.
 
 
Anni fa ero incorsa nell'ennesimo errore di innamorarmi della solita persona sbagliata. La persona in questione, oltre a non provare per me il benché minimo interesse se non per orizzontale, era un discreto affabulatore, ed un grande appassionato di campeggio. Mi promise che saremmo andati - e fosse stato per lui, starei ancora aspettando...
 
 
Invece, lo scorso anno, un ragazzo che avevo visto la prima volta a capodanno (il famoso Menestrello, amico di storica data di SuperMario), si è fidato abbastanza di me, o ha visto la voglia, e mi ha coinvolta per Montelago. Un'esperienza da una parte fenomenale, dall'altra stressantissima, perché ho dovuto fare giri allucinanti quando non erano necessari, mi sono dovuta far prestare tutto - e dico sinceramente tutto, alla fine anche i picchetti da chi ne aveva di riserva - da altri, ho sofferto il freddo ed il sonno come non mai. Ma formativa. Anche tanto.
 
 
Ed oggi, dopo tanto tempo, finalmente sono andata con i viejos e la Sartina (che ha una storica esperienza di campeggi) a prendere la mia prima tenda!!!!!!!!! ^^
 
 
E' una Bertoni, del tipo che Menestrello giudica il top (aveva lo stesso modello, prima di essere costretto ad abbandonarlo su un campo con tutto l'armamentario da campeggio a causa di una fulminea intossicazione alimentare... e dice che può resistere anche sotto ad una cascata), presa a 3 posti più che altro perché in quella a 2 ci entravo solo di sbieco (...ok... la mia scusante che "non sono alta" qui vacilla un po'...). Ed è mia. Doveva essere il regalo di natale-più-compleanno, ma confusa dai libri che mi avevano preso i miei, l'ho pagata io.
 
 
E la Sartina mi ha prestato a tempo indeterminato anche un sacco a pelo, acquistato da una delle figlie per campeggiare in Norvegia (arriva a coprire da 20 a 0 gradi), e che tanto da lei chissà quando si tornerà a fare campeggio...
 
 
Ora mi mancano lo zaino, il materassino e - indispensabile - una torcia.
 
 
Me felice ^^

mercoledì 11 giugno 2014

Down to the Valley

Da quando ho scoperto la Valle, cerco di passarci quanto più tempo possibile (anche facendoci Soldato Jane, sì...); da quando ho scoperto Laurelidorelian, cerco di aggiungerla ai miei giri lì, anche solo per la pace che mi trasmette quel posto.
 
 
Ma quando uno comincia ad andare in un punto, è come se aprisse la strada ad altri. La scorsa settimana - meglio, domenica scorsa - sono andata lì, e c'era qualcosa di strano, di turbato. Non mi bastava neanche vedere le querce da sughero (Quercus suber, darebbero il nome alla Valle, ma in effetti sono davvero poche...) sane, e non colpite dalla ruggine come temevo...
 
 
Uscendo da lì, sento rumore di motori. Mi si rizzano immediatamente i peli del corpo come ad un gatto selvatico. Dopo un po', ecco le voci. Voce femminile, voce maschile, parlano di un trattore che dovrebbe arrivare fin lì.
Ascolto fin quando è possibile, tecnicamente in vista ma invisibile, quindi esco fuori - in corrispondenza con un signore anziano che fa footing, cosa che si presterà ad un po' di equivoci...
 
 
Perché la prima cosa che vedo è che la macchina in vista ha lo stemma dei guardiaparco, e la seconda è che è impantanata in un punto dove si produce SEMPRE del fango (ottimo fango grasso e puzzolente di zolfo, non so perché). Il signore che faceva footing aveva promesso di andare a cercare aiuto, e vedendomi comparire con lui hanno pensato che l'aiuto fossi io - e uno di loro mi ha pure ribattezzata Wonder Woman, notando però che per trasformarmi mi mancavano i bracciali...
Ho speso lì una buona oretta, con questo guardiaparco che mi corteggiava in maniera imbarazzantemente spudorata e pedestre - ad un certo punto gli ho proprio chiesto "Are you trying to court me???", scoprendo che non sa l'inglese... - quindi ho ripreso il mio giro. Di buono c'è che ora ho il numero di questo ragazzo. Non mi interessa la sua corte, ma in questo modo saprò a chi chiedere informazioni ed autorizzazioni per lavorare lì.
 
 
Perché, bisogna ricordarselo, in questo Paese serve un pezzo di carta pure per piantare gli alberi... 

mercoledì 4 giugno 2014

Dreams...

Questi giorni di studio convulsivo e noia maxima devono star attivando degli strani meccanismi nella mia testa...
 
 
Stanotte ho fatto l'en plain.
 
 
Lasciando perdere il fatto che nel sonno profondo ho sognato un guazzabuglio confuso con come fil rouge il meridiano Zu Tai Yang (che se non erro è il meridiano di Vescica); nella prima parte della notte, nel dormiveglia, ho fatto un sogno breve, intenso ed oscuro.
 
 
Il sogno cominciava con me in una foresta che pareva da incubo: piena notte, alberi spogli, tutto molto cupo, su mille sfumature di grigio o bianco livido. In questo ambiente, mi si avvicinava una sagoma... immaginate un centauro, ma con coro di cervo invece che di cavallo, e questo immenso palco di corna sulla testa. Mi si avvicinava senza parlare, io mi chiedevo cosa dovessi fare, e dentro di me la risposta è stata "Seguilo".
(Da quel momento in poi, nel sogno, lui è stato Cernunnos, per quanto non corrispondesse all'iconografia del dio)
 
 
Camminavamo a lungo, in silenzio, in questa foresta morta, finché non siamo arrivati in una sorta di radura rotonda; lì lui si fermava, e mi diceva, con una voce decisamente profonda e dalla strana risonanza, che quello era il luogo della mia prova, e che se fossi riuscita a far rivivere quella foresta avrei appreso qualcosa di nuovo ed utile per me. Qualcosa mi faceva pensare che, se non fossi riuscita a farlo, mi sarebbe andata decisamente male...
Fronteggiai uno degli alberi che circondavano la rada, e mi ci concentrai fino a fargli spuntare alcune foglie, ma la voce di Cernunnos mi disse che non era niente, già altri lo avevano fatto senza risultato, perché le foglie dopo un attimo si riducevano in cenere. Quindi andai verso l'unico albero che cresceva più o meno verso il centro della rada. Lo abbracciai, era un tronco enorme e freddo, e cominciai a rilasciarci tutte le forze che avevo.
 
 
A quel punto, mi sono vista da fuori, e tutto intorno. Un po' come nei cartoni animati o nei film con una marea di effetti speciali, una sorta di sfera di onda d'urto. L'albero diventava un'enorme betulla, la terra sotto di me si copriva di un'erba smagliante dalle mille sfumature di verde, gli alberi intorno diventavano immediatamente verdi e vivi, il cielo si liberava e diventava un terso cielo azzurro, di quell'azzurro intenso che si vede nelle giornate limpide d'inverno.
 
 
Io ero stremata, ai limiti dello stremo. Cernunnos mi si avvicinava, e cominciava a raccontarmi una cosa.
"Ti ricordi di quando vivevamo nelle foreste? Un giorno eravamo andati a passeggiare, io ti dicevo che niente sarebbe mai cambiato, e tu ti eri fermata, ed indicando le colline hai detto 'Tutto cambierà, a breve andremo a vivere laggiù'".
 
 
A quel punto, il sogno è svanito nell'oblio...