martedì 9 dicembre 2014

Punti di discordanza

In famiglia, sono quella con le idee meno convenzionali.
 
 
Non è un vanto, più una constatazione. Come il fatto che sono troppo alta ed amo il verde.
 
 
Il problema, è che questo mi porta ad essere automaticamente etichettata come polemica, rompicoglioni, saccente e chi più ne ha più ne metta. Probabilmente sono tutte cose vere, ma non credo proprio come le intende la Squala, che mi definisce con cotali etichette il più delle volte...
 
 
8 dicembre. Giorno di riposo per me, Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria per lei (N.B. le maiuscole sono sue. Rispetto il suo punto di vista, non lo condivido). Io, che avevo letto un libro fino alle piccole di mattina e me la stavo prendendo comoda, ricevo una telefonata angosciata della Squala che implora il mio aiuto: stanno arrivando ospiti a pranzo, saremo in 9, serve una mano. Brontolando un po', emergo.
Lei ha tutto pianificato: risotto alla zucca, frittata di patate, verdure pastellate surgelate, insalata, pomodori, formaggi, frutta e dolce. Essendo assolutamente incapace a preparare un risotto che non sia riso bollito con x ingredienti aggiunti, l'incarico più gravoso è il mio. E mi accingo a farlo con sottofondo di messa papale.
 
 
Visto che alla cena di famiglia ho già avuto i miei problemi con una procugina ciellina (io ero reduce da un cerchio di donne per la Luna Piena, lei trova inconcepibile che in casa si accendano candele ed incensi, immaginate...) la mia tolleranza è scarsa, quindi comincio ad esporre la mia sui limiti di certi soggetti. La Squala non gradisce, of course. Per lei, si prega andando in chiesa, verso un dio (non uno qualunque, uno dei grandi monoteismi; forse riesce ad accettare l'induismo, ma ho i miei dubbi); il fatto che io preghi non un dio accendendo candele ed incensi a casa, o camminando nei boschi, non è preghiera. Come se la vita, la natura, ogni cosa esistente non fossero cose da pregare e per cui ringraziare non un qualcuno, ma loro, semplicemente.
Per lei, il Diluvio Universale è un fatto inconfutabile ed antichissimo certificato da tutte le religioni. Per me, senz'altro c'è stata una pesante alluvione, ma non universale, perché se ne trovano tracce in relativamente poche culture, tutte dallo stesso ceppo mediorientale (che poi si sono spinti fino alle Americhe ed alle isole del Pacifico, perché all'epoca si camminava e si viaggiava sul serio), e non è stata una punizione divina ma una conseguenza del riflusso climatico; è più facile vederla nelle rocce che leggerla sulla Bibbia, dove peraltro è scopiazzata - male - dall'epopea di Gilgamesh.
Per lei, è esistita la figura storica del Cristo, riconosciuta anche da ebrei e musulmani. A questa, c'è mancato poco che le sbottassi a ridere in faccia. Figura storica? Chiedo scusa?? Storica quanto Thor, Ceridwen e Na'ashjé'ii Asdzàà? Credi in loro? Io ci credo in quanto rappresentazioni simboliche di un bisogno umano, ma NON in quanto figure storiche!!!!!
Ok, l'ultima parte non l'ho espressa, pure perché sarebbe stato inutile, oltretutto mi ha prima zittita per sentire il papa, poi mi ha al solito dato della polemica presuntuosa, e per finire mi ha detto di parlare con chi sa davvero le cose.
 
 
Difficile incontrarsi in un dialogo...

lunedì 1 dicembre 2014

"Dovresti scrivere un blog!"

E' inevitabile.
 
 
Quando parlo bisogna cavarmi i concetti di bocca; mettetemi davanti ad un foglio, o ad uno schermo, e divento una grafomane.
 
 
Non dico di essere brava a scrivere; però mi piace. E ci sono determinati argomenti che mi tirano fuori autentiche elegie, o pesantissimi "j'accuse".
 
 
Scrivere, quindi, scrivo. Anche racconti, se serve. Infatti, è dall'ultima influenza che ho una storia in ballo, con la maggior parte dei miei amici infilati come personaggi in un mondo passabilmente realistico che si ritrova fuso con il fantasy. Mi levo dei sassolini dalle scarpe, e cerco di far ridere, anche se sono mesi che non scrivo perché le immagini che ho in testa sono ai limiti dell'indescrivibile, quantomeno per me.
 
 
Ma ogni tanto mi esce fuori qualche pezzo un po' più articolato dei miei soliti indovinelli su Faccialibro. Ed il risultato è che ieri Gabe, il ragazzo di Tribalista, mi ha detto "Dovresti scrivere un blog!".
 
 
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......
 
 
...
 
 
...l'unica era indirizzarlo qui...

sabato 8 novembre 2014

Lunaria

Questi sono indiscutibilmente mesi strani.
 
 
Non so giustificare bene questa sensazione. Osservo, e mi rendo conto di una sorta di senso di spossatezza, come un blocco. Il gruppo di Danza si è praticamente sciolto, e solo io rimango con Fabiana, anche se lei non si rende conto che io sto abbastanza sul chi vive, oramai, visto che sia l'Avvocata che Tribalista mi hanno raccontato pessime uscite. Cerco di creare un gruppo per riunirci a Luna piena, e di 15 persone segnate ci si vede sempre in 3, se tutto va bene. Due volte l'ho ospitato io, ora che lo ospita Dorilys l'incontro è già stato rimandato due volte.
 
 
C'è nell'aria un'incapacità a prendere una direzione definita. Magari gli studiosi vedici mi parlerebbero di Kali Yuga, ma non credo sia questo. Per me, è solo il punto più basso del Labirinto, il punto vicino al Centro, con la gente che non ha capito che invece di andare avanti si lascia travolgere dagli eventi.
 
 
Io non ho voglia di fermarmi. Mi dispiaccio e mi arrabbio, protesto, cado e mi rialzo, lascio che la Luna mi guidi con le sue fasi e che il diopside stellato mi schermi dai troppi pensieri che mi assillano, da qualche parte arriverò.
 
 
E quando arriverò, mi guarderò intorno. Chi avrò vicino, sarà del mio clan.
 
 


martedì 28 ottobre 2014

Love me do

E insomma, dal mese di aprile sono diventata zia.
 
 
Non era una cosa esattamente prevista. AiLund si era sposata solo a giugno dell'anno scorso, portandoci peraltro a livelli di stress inimmaginabili, roba che neanche Evenstar con le sue mutazioni in Spozilla. Ma, d'altra parte, è così. Non è che si possa prevedere tutto.
 
 
Soprattutto, non prevedevo di innamorarmi così tanto della Nana.
 
 
E, per la prima volta in vita mia, il sentimento è assolutamente reciproco. Si ammazza dalle risate quando sto con lei, le piace sentirmi cantare e fischiettare, si diverte quando le soffio addosso all'improvviso o faccio finta di mangiarla, le piace uscire con me per vedere i gattini, adora che le metta su la musica (diciamo che adora la musica, e non solo per merito mio, pure se sto dando il mio contributo). Ed ogni tanto mi si aggrappa al braccio come se volesse abbracciarmi, e stringe forte per alcuni istanti.
 
 
Mi rendo conto che, salvo difficoltà tecniche (descrivibili come "il mio claddagh è ancora girato dal lato esterno", per chi sa cosa vuol dire), mi piacerebbe diventare madre, e dare alla Nana un/una cuginetto/a.
 
 
Per il momento, mi limito ad accompagnarla nel sonno, ed a guardarla dormire...
 
 


venerdì 17 ottobre 2014

Vergogna

A solito, uno di quei post che possono aprire uno spiraglio sul mio modo di pensare.
 
 
Ieri sera - meglio, stamattina... - stavo rientrando da un concerto cover di De Andrè, peraltro molto bello (se un concerto cover di De Andrè fatto solo con voce e chitarra riesce a commuovere tutti i presenti, c'è poco da fare, è fatto bene, ed è bravo l'interprete). Ero tutta contenta perché è arrivato il notturno, che segue il vecchio percorso dell'autobus e quindi mi porta sotto casa. Stavo meditando sulle canzoni, quando è entrato un gruppo piuttosto chiassoso di slavi.
 
 
(apertura numero uno: so qual è lo stereotipo degli slavi, tutti sporchi, ubriachi, chiassosi e molesti. Non sono d'accordo, ne conosco tanti che sono bravissime persone... per questo detesto dover ammettere che questi rispecchiavano in pieno lo stereotipo...)
 
 
Mi fissano, ma ho il mio solito aspetto da Regina delle Nevi straniera. Quindi incominciano a "molestare" verbalmente una ragazza seduta subito dietro all'autista.
 
 
Ecco. E qui mi sono vergognata. E' vero che non è intervenuto nessuno, ma io ho solo pensato "adesso li faccio smettere". Non ho fatto niente. E la mia "giustificazione mentale" mi suona troppo debole.
 
 
Non sono intervenuta perché sono una donna.
 
 
Non so cosa sarebbe successo, se fossi intervenuta. Forse niente, forse, visto il livello di alcool presente, avrebbero cominciato ad importunare anche me. E non credo che sarebbe intervenuto nessuno. Questa è la parte peggiore. Ai più credo non sarebbe fregato nulla, come non glie n'è fregato niente che importunassero quella ragazza. Qualcuno magari avrebbe pure pensato che me la meritavo, visto il mio intervento.
 
 
Non è una giustificazione valida.
 
 
Ho avuto paura, e non ho fatto nulla. Gli slavi hanno continuato finché non sono scesi, non sono riuscita a vedere in volto la ragazza. Le ho chiesto mentalmente scusa, ma la vergogna rimane...

domenica 12 ottobre 2014

Chi va per boschi...

..."impara a boscheggiare", sarei tentata di dire. Ma a parte il fatto che non esiste questo neologismo - che ha pure un suono tremendo... -, non ha un gran senso.
 
 
Chi va per boschi, se è davvero motivato, ne esce fuori pieno di tagli che sembra un cutter maldestro, con un livido sotto al piede (!!! Non chiedetemi come caspita io abbia fatto, che non lo so ), con crampi sparsi ("Ma sì, mi piace camminare!!!!". La prossima volta, meglio controllare se è un bosco in piano o di montagna, me dear...), la sensazione di un'anca che si sta svitando (cfr. il punto prima, e le discese su terreno boschivo sofficissimo), oltretutto bevendo poca acqua e non mangiando affatto... e pensando WOW!!!!!!!
 
 
Forse sono scema... ma per quanto oggi faccia davvero fatica a salire le scale, ci tornerei anche subito :)
 
 
 
 
 
 
 
(P.S. il bosco in questione, nei piani di chi mi ci ha portata, dovrebbe diventare una location per il gioco di ruolo dal vivo, o scatti fotografici, o film... e ci starebbe tutto... ma secondo me mieterebbe più vittime che altro...)
 

venerdì 26 settembre 2014

Apostasia incipiente

Sono stata educata dalle suore. Non è stata una mia scelta - difficilmente può esserlo, alle elementari... l'alternativa era la Steineriana, e la Squala li vede come il fumo negli occhi. Quindi, benedettine. Una manica di pinguini che odiavano ed umiliavano i bambini come nella miglio rappresentazione di "The best days of our lives" dei Pink Floyd.
Alla fine, si sopravvive a tutto.
 
 
Ho smesso di credere al diavolo come me lo avevano raccontato alle medie. A 16 anni, ho smesso di credere tout court alla religione cattolica. A 18, sono riuscita a dire alla Squala "Io non vado più a messa, non ci credo!". Me l'ha fatta pagare per mesi, venendomi a disturbare la domenica, qualsiasi cosa stessi facendo, per dirmi che LEI andava a messa perché LEI faceva la scelta difficile, quella di credere, perché è tanto facile non credere, e LEI non era come ME, lei si impegnava.
(tralascio che secondo me è molto più difficile costruirsi il proprio credo ex novo facendo tabula rasa)
 
 
Ho passato un periodo di studio del paganesimo, ma senza trarne grandi soddisfazioni. Come il cristianesimo, si focalizza su certi aspetti eliminandone altri.
Le filosofie costituite sono diventate forme di religione, e la cosa mi inorridiva; non ero uscita da delle pastoie solo per trovarmene altre.
Alla fine, con studio ed impegno, mi sono costruita un credo mio, che mi permette di vivere serena, e mi consente di non ammorbare gli altri - o almeno ci provo - e di bacchettarli se loro ammorbano me.
 
 
Solo che, qualche tempo fa, per andare a trovare la Sartina con i viejos ed una sorella della Squala (che qui chiameremo la Beghina), dopo attimi di nervosismo a causa di una signora che ci aveva bloccati per strada per cianciare a vuoto e che era pure più beghina della nostra Beghina personale, cosa che mi ha fatto essere più linguacciuta del solito, una volta finalmente salita in macchina ed aver protestato che io NON sono cattolica, la Beghina ha rimarcato che sì, lo sono, perché sono battezzata, e comunicata, e cresimata.
 
 
Ora. Tralasciando il semplice fatto che, cavolo, cerimonie fatte prima dell'età della coscienza e sotto lavaggio del cervello dalla società andrebbero considerate nulle a priori. Come pensate che mi sia sentita?
Impastoiata. Di nuovo.
Io non amo le pastoie.
Ho rifatto la mia ricerca in rete fino a trovare questo . Ho stampato il modulo - due copie -, l'ho compilato, ho fatto la fotocopia della carta d'identità, ed oggi ho spedito il tutto. Raccomandata A/R.
 
 
La rabbia è un gran motore. E sono ad un passo dall'essere libera.
 
 
Magari additata a vita, in questo paese cattobigotto, ma libera.

domenica 7 settembre 2014

...

Allora, come va con il lavoro?
 
 
Boh... ho cominciato una persona nuova... certo, è ricoverata all'Umberto I, è un po' un viaggio per andarci...
 
 
Perché, quanto ci metti?
 
 
L'ultima volta un'ora e un quarto ad andare, un'ora e mezza a tornare.
 
 
E quanto prendi?
 
 
40 euro l'ora...
 
 
Ma no!!! E' troppo poco!!!! Hai studiato, ti sei impegnata tanto, fai pure il viaggio... sono quasi 4 ore che stai in giro, è metà giornata!!! Devi farti dare di più!
 
 
In linea di massima è vero... ma a loro non frega niente di quanto ci metto e cosa vuol dire per me... ci sono andata pure sabato, perdendo la prima lezione di Danza... un sacco di volte, quando ho detto "40 euro l'ora", mi hanno pianto miseria... e parlo di gente con i soldi!!
 
 
Eh, ma così è sfruttamento! E dimmi, continui pure a fare i ciondoli e le collane?
 
 
Sì. Quello come svago, ora che sto di meno a Porta Portese. L'infilatura con i nodi la metto a 10 euro, che è una palla mortale, quella semplice ed i castoni a 2...
 
 
Sempre troppo poco!!! Ma quando imparerai?
 
 
Discorsi fatti da un padre ed una sorella pieni di buone intenzioni, che si preoccupano per le mie finanze (d'altra parte, una persona capace di comprarsi i bicchieri, i piatti e le posate da sola prima di avere casa, desta preoccupazione, no?). Al tempo stesso, lo stesso padre e la stessa sorella si ritrovano a fare lavoretti gratis per gli amici; poi vengono a fare la paternale a me...
 
 
 

sabato 30 agosto 2014

Fettina di qu

Come mi sta scrivendo adesso Taekwondoka via Skype, talvolta è necessario un vaffa collettivo.
 
 
Partiamo dai viejos, che giustamente sono partiti per farsi altre ferie martedì.
 
 
Barbapapà mi ha detto "Divertiti!". La Squala ha detto "Ci sta casa, le piante - mi raccomando, sia mai che io faccia morire le sue come lei ha fatto morire le mie querce... -, il bucato, vai a trovare la vicina che è un incarico che hanno dato a noi ma non ci saremo, e oh, occupati di tua sorella e di tua nipote!".
 
 
Ho già detto che voglio un bene dell'anima a mia sorella ed a quella nana tondosa?
 
 
Bene. Ho passato una settimana a regalargli fettine di culo.
 
 
Cucinare. Dare una mano. Passeggiate. Bagnetto. Cercare di aiutarla con la pappa, perché decisamente la Nana preferisce il latte agli omogeneizzati. Magari anche aiutarla per piccole cose in casa.
Tutto nella norma. Prevede che io cammini un sacco, ma dopo aver fatto 50 km non è un problema. Oltretutto, ho il solito paziente che mi prende in giro, con la moglie che telefona solo a casa quando le ho detto mille volte di chiamarmi sul cellulare (peraltro, chiama me Kura e la Squala "signora Kurandera"...), in una settimana l'ho visto solo una volta, quindi ho pure troppo tempo libero; insomma, mi fa piacere.
Solo, tende a gravare un po'.
 
 
In più, SuperMario e Bodhisattva si trasferiscono di nuovo. C'è da pulire la vecchia casa, e visto che io, a differenza dei miei amici che quando ho chiesto se qualcuno poteva darmi una mano ad eliminare la muffa e riverniciare si sono defilati (escluso il Penta che mi ha detto di non essere capace...), se mi chiedono aiuto vado, ho dato la mia disponibilità per ieri ed oggi. Quindi, tempo ridotto per la sorella.
 
 
Ora. Ieri è andata discretamente, pure se sono tornata a Villa Caos a tocchetti ed ho trovato scene da paura e delirio, con la Nana che si rifiutava di mangiare la sua mela ed AiLund disperata.
Oggi, invece, tutt'altra scena. Con tutto che sono pure tornata prima. Per colpa di un misunderstanding - o meglio, di qualcosa di non detto -, io sono rientrata a villa Caos, e lei è rimasta a casa sua. Dopo mezz'ora che non la vedevo, provo a chiamare.
E la telefonata, tra strilli immani, è consistita nella frase "Kurandè, dove cazzo stai!!!!! Guarda, non venire proprio!!!!!!!".
 
 
AiLund ha fatto cadere la Nana. E, in preda al panico, ha deciso di sfogarsi su di me. Io sono uscita di casa di corsa - senza sapere questo dettaglio -, mi sono calmata per strada, ho citofonato da lei più volte, ho aspettato mezz'ora che aprisse o tornasse a casa se era uscita, le ho scritto, ho provato a richiamarla... alla fine, scorata ed in lacrime, perché se  si riesce a farmi sentire in colpa fondamentalmente mi si fa a pezzi, sono rientrata a casa, dopo aver scritto ai viejos ed aver contattato il Santo.
 
 
A 10 minuti da casa mi chiama AiLund, spiegandomi la cosa, e stavo per tornare indietro. Ma lei non ha voluto.
 
 
Sono distrutta. Ho passato una settimana infernale, sono stanca, devo finire di sistemare casa e fare la spesa, mi si stanno riaprendo le piaghe ai piedi, e più che un grazie mi sono beccata degli insulti.
Seduta come sono direttamente sulle ossa, qui lo dico e qui lo confermo: basta fettine di culo. Non ce ne sono più.


lunedì 25 agosto 2014

Da zero a tre nel giro di due

Sono quasi sicura di averlo già scritto. Sono affascinata dall'idea del campeggio da quando ero piccola.
 
 
Sia la Squala che Barbapapà avevano praticato, in gioventù. La Squala, con tutti i fratelli maschi scout ed amici campeggiatori, doveva essere piuttosto ben attrezzata. Barbapapà aveva dovuto costruirsi l'esperienza da solo, ma dopo aver dormito sotto un cespuglio in attesa di imbarcarsi per Londra ed andare a sentire non so se i Beatles od i Rolling Stones, beh, credo che l'idea di una tenda suonasse estremamente confortevole.
 
 
Nonostante ciò, a nessuno dei due è mai venuto in mente che potesse andare anche a me o ad AiLund di campeggiare. Il massimo dello sforzo della Squala era stato mandarmi agli Scout, in un periodo in cui il mio rapporto con la chiesa era già ridotto a terra bruciata (non terreno fertile... proprio roba da piogge acide per centinaia di anni... tipo coltivare il pianeta Venere), e peraltro come unica over-15 (avevo 20 anni, e mi sono ritrovata in mezzo ai lupetti... gh!!). Di tende, comunque, manco l'ombra.
 
 
L'anno scorso a Montelago per me è stato uno sblocco, pure se ho dovuto chiedere in prestito tutto ed imparare nel modo più difficile, con l'esperienza (servono sacchi a pelo pesanti, tende semplici da montare ma di buona qualità, bagaglio quanto più possibile ridotto come ingombro, un buon materassino, la luce per la notte...). Ripetendo l'esperienza quest'anno, ho potuto attrezzarmi meglio.
 
 
Ed adesso sono andata col gruppo di pazzi capitanati da Bodhisattva e MrCoach dalle parti del bosco del Sorbo, per altri due-giornidue-notti di massacro formativo in campeggio.
 
 
Ho sperimentato il campeggiare con la pioggia e l'utilità della verandina, ho apprezzato la torcetta da testa di AiLund, la comodità del materassino gonfiabile (pure se adesso mi devo procurare una pompa per usarlo), ho apprezzato di nuovo la sacca interna di cotone da mettere nel sacco a pelo che aveva cucito mia nonna paterna (da delle orrende lenzuola anni '70, ma l'aspetto passa in secondo piano dopo la funzionalità), ho dormito con un'altra persona e la sua cagnetta, ho visto cos'altro mi può servire (mazzuolo di gomma per i picchetti, piccola lampada a led con laccio lungo o gancio da appendere nella tenda, la summenzionata pompa, altri picchetti ché non bastano mai...), ed il tutto facendo letteralmente i chilometri (siamo arrivati a 50 in 2 giorni, esclusi errori di pista, passeggiate personali per cibo e/o momenti evacuatori, giri funzionali ed esercizi) e non occupandoci quasi per niente di campeggio o dell'arte di campeggiare.
 
 
Di conseguenza, accumulo punti esperienza, stendo il sacco a pelo fuori per areare, ed aspetto la prossima occasione. Se sono arrivata a 30 anni vergine di campeggi, e poi da 30 a 31 ne ho fatti ben tre, vuol dire che presto replicherò, ed avrò modo di imparare nuove cose :)

martedì 19 agosto 2014

Heroes

Barbapapà è un eroe.
 
 
Nel senso migliore, più puro e più disinteressato del termine.
 
 
Cominciamo dall'inizio. E' estate. E d'estate, per la sottoscritta, oltre al lavoro esistono due svaghi: libri, e Valle.
 
 
Al momento, leggo perlopiù la sera, prima di crollare addormentata ben dopo la mezzanotte, incapace di arrivare oltre a quel paragrafo (o, nel caso di Sir Pratchett, dilungandomi fino allo stremo per il mero piacere di sorprendermi per Carota).
Però sto andando un sacco alla Valle. Per prendere frutti di bosco, per raccogliere galle (non le solite rotonde, quelle create da un altro insetto - sì, sono sempre galle, sì sono sempre galle di quercia, no, non conosco le specifiche, le potrei leggere ad nauseam ed ancora non memorizzarle; fidatevi, ok?), per far scarpinare amici, per fare picnic notturni, per cercare luoghi idonei a scatti fantasy, per sognare di fare il drago steampunk coi rottami delle auto... E, insomma, la penultima volta che ci sono andata ho fatto una piccola deviazione sul percorso ed ho scoperto i resti di un accampamento. Resti decorati da alcune batterie di automobile.
 
 
Ora. Passi il vetro, passi la plastica - a fatica, moooooolto a fatica -, passino i resti del letto, ed anche le scarpe ed il sacco a pelo.
Ma le batterie, NO.
E' troppo, anche per me.
 
 
Per evitare di diventare più verde del mio solito, dopo aver lanciato anatemi contro i danneggiatori delle proprietà comuni verdi, mi sono ripromessa che domani (cioè ieri) o dopodomani (cioè oggi) sarei andata a fare pulizia.
 
 
Ne ho parlato a casa. E qui scatta la prima medaglia. Perché la Squala, che al solito considera aprioristicamente i miei progetti delle bambinate, ha detto di chiamare l'AMA, o di andare col carrello della spesa, o di non perderci tempo. Invece Barbapapà ha detto "Ti aiuto io! E' una bella cosa!!!".
 
 
In corso d'opera credo che mi abbia tirato diversi sentiti accidenti, pentendosi amaramente, ma è un eroe comunque, e non di meno per questo.
 
 
Pianifichiamo: prendere carrello, giornali - tanti giornali - e buste di plastica, vedere in primo luogo se è aperto l'elettrauto vicino casa per portarle lì, se no prendere la macchina e portarla il più vicino possibile all'ingresso più comodo, in modo da trasportare poi le batterie nella più vicina isola ecologica.
 
 
Ovviamente, l'elettrauto è chiuso. Pertanto, torniamo col carrello e prendiamo la macchina (la fedele Bouncing Car, che dal 2001 ci accompagna in ogni impresa titanica).
 
 
Già all'andata, con il carrello portato a braccio dalla sottoscritta, si palesano le difficoltà: terreno irregolare, deiezioni (canine e volpine, pure se ogni tanto ho adocchiato prodotti di pecora), strettoie, buche, radici, rovi, cardi, canne, erba secca. Ed ovviamente, l'accampamento in un punto quasi boschivo.
Avevo visto 4 batterie, ne troviamo 5, di cui una ancora chiusa e che perde... no buono. Ed ovviamente il carrello è troppo piccolo per caricarle tutte. Quindi smontiamo la sacca, avvolgiamo alla bell'e meglio tre batterie nei giornali (le due più pesanti più quella che perde), scovo un pezzo di cavo elettrico ormai senza rame per legarle come possibile, e quindi cerchiamo, con estrema fatica e diversi ribaltamenti, di portarle fuori. Alla fine, la strategia migliore si rivela camminare al contrario, tenendo il carrello con due mani, e scegliendo il percorso più regolare possibile, abbassandolo quasi per orizzontale nei punti ostici; e, quasi all'uscita, molliamo le ruote per trasportare le tre batterie a piedi fino alla macchina.
 
 
Portata la terza per quasi tutto il tratto, torno indietro con il grosso dei giornali a recuperare le altre due. Con un po' di difficoltà (chiunque avesse fatto quell'accampamento, lo aveva scelto proprio bene: ingresso pressoché semioccultato dalle canne e dagli alberi, spazio sufficiente, anche abbastanza in piano) mi raggiunge anche Barbapapà. Ammiriamo una mantide che ha appena fatto la muta (sono stata tentata di prendere la pelle vecchia, ma era troppo fragile... e poi, cosa ci avrei fatto?), carichiamo le ultime batterie ed un trasformatore da cellulare senza più il cavetto, e partiamo - con una velocità notevole rispetto al primo giro - di nuovo alla volta della macchina, raccogliendo un bauletto da motorino abbandonato da relativamente poco.
 
 
Da lì all'isola ecologica, non c'è voluto niente.
 
 
Siamo tornati a casa distrutti, assetati ed esilarati.
 
 
Barbapapà merita la medaglia d'oro al valore verde!!!!!!!!!

lunedì 4 agosto 2014

VALERIOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! (Valerio è qui)

Sì. Anche quest'anno, Montelago.
 
 
Questo è stato l'anno delle defezioni, del "mi prendo due giorni per vedere com'è" e poi scoprire che la marea di gentaglia che lo invade mi ha fatto perdere un po' la voglia, del terreno in puro stile Woodstock, della mia prima vera tenda e di come montarla... ma andiamo per ordine.
 
 
Tanto per cominciare, niente sveglia allucinante. Non passando per Valmontone, non ho sentito il bisogno di fare le 4.30 come l'anno scorso. Comunque, sveglia presto, colazione lampo, gestione incasinata delle cose come mio solito, i viejos che mi scortano a Termini ('un sia mai che sparisco per strada), io che ricordo di avere il treno alle 7.45 e poi realizzo, guardando di nuovo il biglietto, che era alle 9.35, quindi faccio un salto da Borri per prendere l'ennesimo libro di Terry Pratchett (una piccola guida curata come un'enciclopedia alfabetica a Discworld), e tra quello e le cuffie con la musica del mio cellulare (sempre più tacchino farcito)riesco a far passare il tempo, ridendo come un'idiota, finché non arriva finalmente l'annuncio del binario e posso salire in treno (e qui si conferma che Murphy ce l'ha con me, perché davanti a me si siede una signora piccolina che si fa l'intero viaggio comodamente spaparanzata, rendendomi impossibile lo stendere le gambe...).
 
Appuntamento alla stazione di Foligno con la Zirlatrice, una ragazza fantastica conosciuta al Full Moon (che chiamerò così perché è in grado di zirlare come un grillo, non chiedetemi come fa), e viaggio in navetta, condividendo musica e discorsi (abbiamo parlato tantissimo, in questi due giorni...), quindi arrivo a Montelago con luuuuuuuunga passeggiata attraverso il campo - strada fangosa in modo incredibile, impossibile che la navetta potesse praticarla), facciamo un pezzo di strada con una riservatissima ragazza del nord con i capelli in parte tinti blu elettrico e la compostela sullo zaino, quindi entriamo nell'accampamento. Qui ci separiamo, io più o meno seguita da una ragazza che poi diventerà la mia ombra (dal fichissimo nome fantasy ma totalmente priva di spirito di iniziativa, e che quindi si appoggia totalmente a noi, specie a me... U_U), la Zirlatrice verso i suoi amici, seguita a ruota dalla ragazza della compostela (che si appoggerà al loro campo, ma con più spirito di iniziativa individuale).
 
 
Trovare il resto della compagnia del Labicano è un'impresa, ma alla fine ci riesco. Solo, tra le varie pozzanghere e fango, mi bagno le scarpe (sono andata coi sandali... pessima, pessima idea...), il piede comincia a slittarci dentro che è un piacere, quindi li levo e comincio a girare scalza, diventando in pochissimo tempo l'immagine degli Hobbit quando girano per Mordor (Xiuh, tu approverai, avendomi sempre detto che sono un Hobbit un po' troppo cresciuto ;) ). Arrivata comunque al punto dell'accampamento, gioisco nel vedere che quest'anno siamo attrezzati con un gazebo...
 
 
Mentre Sportsy mi aiuta a montare la tenda (quella ragazza vive di attività, ed è stata non solo un aiuto stravalido, ma anche un genio nello spiegarmi l'how to in maniera semplicissima), si monta lo stendardo (quello famoso, disegnato lo scorso anno dal Menestrello che quest'anno non c'è), e si comincia a provvedere al pranzo, pranzo cui si appoggia la suddetta ragazza-ombra (che, ci racconta, doveva venire con degli amici che poi le hanno dato buca... l'abbiamo invitata per compassione e spirito di solidarietà, ma dopo un po' che parlava me ne sono pentita...). Quindi, giro per il mercato, il Mortimer's Pub, ascoltiamo musica e rivediamo un po' di gente (tra cui il fotostalker dello scorso anno, cosa che mi fa un po' irrigidire, ma per fortuna non pare notarmi, forse perché ho messo le orecchie da elfo...), e lì noto una cosa: se c'è musica folk io ho voglia di ballare comunque, mentre i Labicanensi aspettano la notte... di conseguenza, io cerco qualcuno con cui ballare - e finisco per farlo fuori dalla tenda con Zirlatrice, entrambe scalze (cosa che si rivelerà essere una pessima idea...), mentre loro rimangono seduti tranquilli (salvo Sportsy che mi svela il mondo del pogo seduto...).
Ok, ammettiamolo, non mi sono fatta questo Montelago per la musica.


La gente mi vede e mi fotografa. Un ragazzo filma me e Zirlatrice che balliamo (e ci fa ripetere la sequenza più volte, perché se devo fare qualcosa sul serio mi impapero e scivolo sulla guazza). Riprendo contatti con alcuni dei bancarellai, che ho conosciuto e si ricordano di me con affetto (specie i signori delle pietre... adorabili!!!!). Incontriamo barbari e soggetti strani-ma-divertenti, parliamo con tutti, sorridiamo per il solo piacere di farlo (cosa che, la sera, mi ha tirato dietro un ragazzino ciucco perso che mi si è appiccicato per ballare e non sapevo più come sbolognare...).


Ho sentito però la mancanza del Russo, di Wolfen e della Lupacchiotta (meno di Shadow. Che ci fosse o meno, mi sono resa conto, mi lascia indifferente). Mi è mancato Menestrello, e lo spirito di comunità che riusciva a creare (io sono una misantropa assurda, ma ci tengo a fare in modo che il gruppo capisca che comunque ci sono...).


Sono rimasta in giro fino a sera tardi, ballando un po' con Sportsy e con Butterfly, una meravigliosa persona, quindi ho deciso di tornare in tenda per provare a dormire un po'. Illusa. A parte il casino del concerto, la gente aveva deciso (ed in certi casi lo dichiarava anche esplicitamente, con tanto di coro da stadio) che "a Montelago non si deve dormire". Di conseguenza urli, schiamazzi, "Valeriooooooooooo" vari; placato questo, alle 4.30 qualcuno si è fatto una bella suonata al djembe (e giuro, chiunque fosse lo avrei ucciso, pure se era bravo - e lo era parecchio...); e, per finire, il pianto disperato di un bambino. A quel punto, totalmente insonne, ho deciso di prepararmi per affrontare il nuovo giorno... (di buono c'è stato il fatto che la nuova tenda teneva l'umidità molto meglio della "3 secondi" dell'anno scorso, e che il sacco a pelo invernale più la protezione in cotone cucita chissà quanto tempo fa da farmor hanno fornito il giusto grado di calore per affrontare la notte serenamente - è vero, ho avuto i crampi comunque, ma sono dipesi dall'impossibilità di muovermi più che da altro. Adesso mi serve solo un materassino decente)


Vestita, più o meno lavata - le salviettine umidificate servono, ma non sono totipotenti -, mangiato parte del pacchetto di Grancereale ed un po' di mandorle, rimesse le orecchie da elfo, ho preso di petto la giornata nel modo migliore. Girando per il mercatino.
Quindi, mi sono fatta prendere da un attacco di treccite. E dato che ero venuta a Montelago anche con l'idea di fare trecce ad offerta libera (totalmente libera per le trecce semplici, a partire da 3€ per quelle con i nastri), ho intrecciato i capelli di Butterfly subito dopo pranzo e, resistendo strenuamente alla tentazione di dormire, ho cercato i ragazzi del Gerbillo per fare trecce anche lì.


Inizialmente, mercatino moscio - ho fatto una treccia alla fidanzata del mitico Bodhranista -, quindi ho fatto l'ennesimo giro per il mercatino vero, poi, con l'aiuto di Zirlatrice, la cosa ha preso piede e mi sono ritrovata a fare lavori interessanti (senz'altro il più bello proprio su Zirlatrice, una finta crown braid con nastro a tracciare un pentacolo). Quindi, persa l'accensione dei fuochi - cosa che mi è dispiaciuta - e la danza del ventre - cosa che non mi è dispiaciuta troppo -, sono andata a procacciarmi la cena, di nuovo in giro per il mercatino, quindi in tenda a parlare con Zirlatrice fino alle 3 e rotti (ed abbiamo deciso di andare in Irlanda insieme).
Una volta partita lei, ho provato di nuovo a dormire, con più successo del giorno prima anche se comunque col sonno disturbato dai vari casini e concerti (ad un certo punto, quando già stava facendo chiaro, mi sono svegliata di soprassalto pensando che stesse suonando la sveglia; invece era musica mandata a basso volume dal palco - da lì la decisione che, in ogni caso, al prossimo Montelago niente sveglia con le cornamuse, troppo confondibile).


Svegliata comunque troppo presto, dopo aver deciso di bypassare la colazione ed aver compiuto un po' di abluzioni rimandate per troppo tempo, ho smontato quanto più rapidamente la tenda e fatto il mio bagaglio (il tempo sembrava minacciare molto), ho chiesto a Red, venuto anche lui, uno strappo fino a Foligno (lui invece me l'ha offerto fino a casa... caro ragazzo!!!), ho salutato la sola Butterfly, unica ad essersi svegliata (e che ho allarmato con le mie previsioni metereologiche, che in seguito ho scoperto essere totalmente infondate), e sono partita, carica di cose nuove, un sacco di fango, sonno, tagli sotto ai piedi (ed una spina che stava facendo infezione... ouch!!!!), ma anche divertimento e voglia di riprovare ancora.


E senz'altro, Valerio era con noi.


mercoledì 30 luglio 2014

Berserker

Forse viene col sangue, forse con i troppi rospi.
 
 
Giuro che nel mio caso non ci sono piante, al massimo le solite cucurbitacee (tanto per citare il cugino Taekwondoka, che di cetrioli volanti se ne intende).
 
 
Perché, dai, non è possibile.
 
 
 
Non lo è.
 
 
Allora. Esco di casa spedita e di gran carriera per andare a lavoro, da un signore anziano che non vuole più vivere né impegnarsi, e da sua moglie che adora fare la vittima.
Il lavoro è lavoro.
 
I due non c'erano lunedì perché erano dal figlio, a Pesciaroli (lo so... si chiama proprio così...); eravamo d'accordo per vederci oggi, pure perché venerdì parto.
 
 
Arrivo. Citofono.
 
 
Nessuna risposta.
 
 
Citofono di nuovo, attendo.
 
 
Niente.
 
 
Ancora. Mi attacco al campanello.
 
 
Come nei cartoni animati giapponesi, compaiono corvi gracchianti e folletti che dicono "Nulla di nulla!!!". Ma nessuna risposta.
 
 
Sento i miei peli rizzarsi. Guardo il numero che ho segnato sul cellulare - solo numero di casa loro, nessun telefonino.
 
 
Penso di tirargli qualche madonna, tanto sono cattolici. Ma desisto.
 
 
Però mi chiedo... il mio lavoro vale davvero così poco che ti pesa pure il dito per chiamarmi????????
 
 
Modalità Berserker *on*.
 
 
Deve essere il sangue, deve. Oppure i rospi, o i cetrioli.

sabato 26 luglio 2014

Stolen youth

"Lo Stato ha venduto la nostra gioventù, e noi abbiamo lasciato che la vendesse per fame".
 
 
Ok, non è una citazione perfetta, avrei dovuto prendere appunti quando ieri sera, su La Grande Storia, citavano questa frase di uno dei giovani italiani andati in Belgio a lavorare nelle miniere con il "contratto di scambio" manodopera per carbone.
 
 
Ma ero più intenta a ragionare.
 
 
Penso troppo; ed il mio pensiero alle volte prende pieghe strane - ed amare.
 
 
Questa frase è degli anni '50. Però potremmo riutilizzarla ancora adesso. Perché noi degli anni '80 ed a scendere ci siamo fatti rubare la gioventù dallo Stato.
 
 
Politicanti senza scrupoli, di ogni schieramento, hanno fatto i loro comodi rubandoci diritti e sogni.
Stereotipizzazioni rivelatesi poi false hanno indirizzato i sogni dei più verso strade senza sbocco.
Chi aveva già un ruolo ha cercato di favorire gente incompetente per il solo fatto che era con loro imparentata, quando una meritocrazia ben applicata avrebbe potuto far salire in graduatoria gente che avrebbe potuto veramente dare una boccata di ossigeno a questo Paese (che, per citare il Russo in uno dei suoi sfoghi, sì, se la meriterebbe la maiuscola...).
Sono amareggiata perché mi devo conquistare il lusso di coltivare i miei interessi, mi devo barcamenare a stento tra gente che ha competenze e capacità magari inferiori alle mie, e sentirmi pure dire che sono una bambocciona che non ha voglia di lavorare e di mettere su famiglia.
 
 
Sono anni che non mi concedo ferie, che valuto prima di fare spese, che discuto ferocemente con la Squala per tutelare le mie scelte, che poi in ogni caso pago con i miei soldi.
 
 
Forse sono un po' stanca di farmi rubare gioventù e tempo prezioso...


sabato 19 luglio 2014

Phoenix

Giorni di lacrime e stralunamenti, di guerre in famiglia, di urla al telefono - non mie -, di quarzi raccolti da terra, di sangue versato, di attimi sereni in un mare di ossessioni.
 
 
Ma il bello della vita è che ci si rialza sempre.
 
 
Qualsiasi cosa accada, noi siamo più forti.
 
 
Magari arriviamo a conoscere bene il sapore della terra. Stiamo lì un po', sputiamo i ciuffi d'erba tra i denti, controlliamo l'entità dei danni (ok, il labbro è un po' tagliato, ho le ginocchia scorticate, il polso è malconcio... posso rialzarmi senza che niente ceda?), e siamo di nuovo in marcia.
 
 
Il popolo delle Fenici.
 
 
Non sarà questo ad abbatterci.

lunedì 14 luglio 2014

Shout

E ci sono quelle volte in cui dici "devo andarmene da qui".
 
 
Ne va della tua salute mentale.
 
 
Ne va della tua salute fisica.
 
 
Un armadio. Un fottutissimo armadio, mezz'ora di vomito da parte della Squala di critiche ed imposizioni.
 
 
E poi, la nausea. Forte, attanagliante.
 
 
Correre in bagno, i conati che non portavano altro che il sapore del pranzo (il mio pranzo, fatto da me, con tutti i crismi!!!!!!!!), lacrime e naso che cola.
 
 
Bisogno di fuggire.
 
 
Scrivere a tre amici random, ricevere due risposte - negative entrambe, la gente ha una vita a prescindere da me.
 
 
Quindi chiudersi agli Inferi. Finire un libro. Cominciarne e finirne un altro. Cercare la calma.
 
 
E salire e cucinare, senza voglia di parlare.
 
 
Ed oggi, oggi...
 
 
Già lo sapevo. Non so da quanto, già lo sapevo. Ma alla laurea di Shamaniac, vedere il Russo con la sua ragazza, sentirmi dire "Dovete parlare, avete un sacco di cose in comune, ti vuole conoscere!!", ed io sto lì, un po' come una scema, e nessuno dei due fondamentalmente viene a parlarmi.
 
 
Questo è orgoglio. Della peggior specie. E sì, mi sto compiangendo.
 
 
Datemi una via di fuga. O un po' di tempo, mi passerà.
 
 
Passa sempre.
 
 
Fino alla prossima volta...

venerdì 4 luglio 2014

Spirit Bird

Dopo letteralmente mesi di sottofondo continuo dei Dead Can Dance, un pezzo meraviglioso di nome "The writings on my father's hand", oggi ho cambiato musica.
 
 
Abbastanza di che farci caso.
 
 
Il pezzo che mi è venuto in mente, "Spirit Bird" di Xavier Rudd, è qualcosa di particolare; non tanto per la tecnica di esecuzione, che rimane molto semplice (voce-e-chitarra), quanto per la tematica trattata. Sembra quasi un sogno sciamanico, e forse lo è.
 
 
Mi fa pensare ai danni che troppo spesso facciamo qui, su questo pianeta. Come se non fosse la nostra casa, il luogo dove affondiamo le radici.
 
 
Se ci immaginassimo sulle spalle dei nostri antenati, uscirebbe fuori una bizzarra piramide umana rovesciata. E sotto a tutto, ci sarebbe la Terra.
 
 
Perché non rispettiamo il posto che ci ospita e ci nutre?
 
 
Non so se riuscirò mai a capirlo...
 
 


martedì 17 giugno 2014

Camping shopping

Non so, esattamente, quando ho cominciato ad essere affascinata dall'idea del campeggio.
 
 
Ricordo che per anni è stato il mio sogno proibito. Andare in campeggio con i viejos? Impossibile.
 
 
(loro ci andavano, illo tempore. Il problema è che nel frattempo sono passati più di 30 anni, sono diventati vecchietti e, nel caso della Squala, bionici, e comunque non hanno più l'agilità di infilarsi in una tenda)
 
 
L'attrezzatura teoricamente c'era, ma persa chissà dove.
 
 
Anni ed anni fa - facevo ancora il liceo... GAAAHHH!!!!!!! - avevo trovato a casa di nonna al mare una tenda, o meglio il telo; l'avevo tirato fuori, controllato, avevo lavato via la muffa e l'avevo steso... e a quel punto PoshMan, l'unico uomo che parta dall'idea che l'albergo deve essere minimo a tre stelle, ha detto che era dei suoi genitori o comunque sua, e che se la prendeva lui.
Per non usarla, conoscendolo.
E solo dopo che IO avevo fatto il lavoro.
Ma vabbè.
 
 
Anni fa ero incorsa nell'ennesimo errore di innamorarmi della solita persona sbagliata. La persona in questione, oltre a non provare per me il benché minimo interesse se non per orizzontale, era un discreto affabulatore, ed un grande appassionato di campeggio. Mi promise che saremmo andati - e fosse stato per lui, starei ancora aspettando...
 
 
Invece, lo scorso anno, un ragazzo che avevo visto la prima volta a capodanno (il famoso Menestrello, amico di storica data di SuperMario), si è fidato abbastanza di me, o ha visto la voglia, e mi ha coinvolta per Montelago. Un'esperienza da una parte fenomenale, dall'altra stressantissima, perché ho dovuto fare giri allucinanti quando non erano necessari, mi sono dovuta far prestare tutto - e dico sinceramente tutto, alla fine anche i picchetti da chi ne aveva di riserva - da altri, ho sofferto il freddo ed il sonno come non mai. Ma formativa. Anche tanto.
 
 
Ed oggi, dopo tanto tempo, finalmente sono andata con i viejos e la Sartina (che ha una storica esperienza di campeggi) a prendere la mia prima tenda!!!!!!!!! ^^
 
 
E' una Bertoni, del tipo che Menestrello giudica il top (aveva lo stesso modello, prima di essere costretto ad abbandonarlo su un campo con tutto l'armamentario da campeggio a causa di una fulminea intossicazione alimentare... e dice che può resistere anche sotto ad una cascata), presa a 3 posti più che altro perché in quella a 2 ci entravo solo di sbieco (...ok... la mia scusante che "non sono alta" qui vacilla un po'...). Ed è mia. Doveva essere il regalo di natale-più-compleanno, ma confusa dai libri che mi avevano preso i miei, l'ho pagata io.
 
 
E la Sartina mi ha prestato a tempo indeterminato anche un sacco a pelo, acquistato da una delle figlie per campeggiare in Norvegia (arriva a coprire da 20 a 0 gradi), e che tanto da lei chissà quando si tornerà a fare campeggio...
 
 
Ora mi mancano lo zaino, il materassino e - indispensabile - una torcia.
 
 
Me felice ^^

mercoledì 11 giugno 2014

Down to the Valley

Da quando ho scoperto la Valle, cerco di passarci quanto più tempo possibile (anche facendoci Soldato Jane, sì...); da quando ho scoperto Laurelidorelian, cerco di aggiungerla ai miei giri lì, anche solo per la pace che mi trasmette quel posto.
 
 
Ma quando uno comincia ad andare in un punto, è come se aprisse la strada ad altri. La scorsa settimana - meglio, domenica scorsa - sono andata lì, e c'era qualcosa di strano, di turbato. Non mi bastava neanche vedere le querce da sughero (Quercus suber, darebbero il nome alla Valle, ma in effetti sono davvero poche...) sane, e non colpite dalla ruggine come temevo...
 
 
Uscendo da lì, sento rumore di motori. Mi si rizzano immediatamente i peli del corpo come ad un gatto selvatico. Dopo un po', ecco le voci. Voce femminile, voce maschile, parlano di un trattore che dovrebbe arrivare fin lì.
Ascolto fin quando è possibile, tecnicamente in vista ma invisibile, quindi esco fuori - in corrispondenza con un signore anziano che fa footing, cosa che si presterà ad un po' di equivoci...
 
 
Perché la prima cosa che vedo è che la macchina in vista ha lo stemma dei guardiaparco, e la seconda è che è impantanata in un punto dove si produce SEMPRE del fango (ottimo fango grasso e puzzolente di zolfo, non so perché). Il signore che faceva footing aveva promesso di andare a cercare aiuto, e vedendomi comparire con lui hanno pensato che l'aiuto fossi io - e uno di loro mi ha pure ribattezzata Wonder Woman, notando però che per trasformarmi mi mancavano i bracciali...
Ho speso lì una buona oretta, con questo guardiaparco che mi corteggiava in maniera imbarazzantemente spudorata e pedestre - ad un certo punto gli ho proprio chiesto "Are you trying to court me???", scoprendo che non sa l'inglese... - quindi ho ripreso il mio giro. Di buono c'è che ora ho il numero di questo ragazzo. Non mi interessa la sua corte, ma in questo modo saprò a chi chiedere informazioni ed autorizzazioni per lavorare lì.
 
 
Perché, bisogna ricordarselo, in questo Paese serve un pezzo di carta pure per piantare gli alberi... 

mercoledì 4 giugno 2014

Dreams...

Questi giorni di studio convulsivo e noia maxima devono star attivando degli strani meccanismi nella mia testa...
 
 
Stanotte ho fatto l'en plain.
 
 
Lasciando perdere il fatto che nel sonno profondo ho sognato un guazzabuglio confuso con come fil rouge il meridiano Zu Tai Yang (che se non erro è il meridiano di Vescica); nella prima parte della notte, nel dormiveglia, ho fatto un sogno breve, intenso ed oscuro.
 
 
Il sogno cominciava con me in una foresta che pareva da incubo: piena notte, alberi spogli, tutto molto cupo, su mille sfumature di grigio o bianco livido. In questo ambiente, mi si avvicinava una sagoma... immaginate un centauro, ma con coro di cervo invece che di cavallo, e questo immenso palco di corna sulla testa. Mi si avvicinava senza parlare, io mi chiedevo cosa dovessi fare, e dentro di me la risposta è stata "Seguilo".
(Da quel momento in poi, nel sogno, lui è stato Cernunnos, per quanto non corrispondesse all'iconografia del dio)
 
 
Camminavamo a lungo, in silenzio, in questa foresta morta, finché non siamo arrivati in una sorta di radura rotonda; lì lui si fermava, e mi diceva, con una voce decisamente profonda e dalla strana risonanza, che quello era il luogo della mia prova, e che se fossi riuscita a far rivivere quella foresta avrei appreso qualcosa di nuovo ed utile per me. Qualcosa mi faceva pensare che, se non fossi riuscita a farlo, mi sarebbe andata decisamente male...
Fronteggiai uno degli alberi che circondavano la rada, e mi ci concentrai fino a fargli spuntare alcune foglie, ma la voce di Cernunnos mi disse che non era niente, già altri lo avevano fatto senza risultato, perché le foglie dopo un attimo si riducevano in cenere. Quindi andai verso l'unico albero che cresceva più o meno verso il centro della rada. Lo abbracciai, era un tronco enorme e freddo, e cominciai a rilasciarci tutte le forze che avevo.
 
 
A quel punto, mi sono vista da fuori, e tutto intorno. Un po' come nei cartoni animati o nei film con una marea di effetti speciali, una sorta di sfera di onda d'urto. L'albero diventava un'enorme betulla, la terra sotto di me si copriva di un'erba smagliante dalle mille sfumature di verde, gli alberi intorno diventavano immediatamente verdi e vivi, il cielo si liberava e diventava un terso cielo azzurro, di quell'azzurro intenso che si vede nelle giornate limpide d'inverno.
 
 
Io ero stremata, ai limiti dello stremo. Cernunnos mi si avvicinava, e cominciava a raccontarmi una cosa.
"Ti ricordi di quando vivevamo nelle foreste? Un giorno eravamo andati a passeggiare, io ti dicevo che niente sarebbe mai cambiato, e tu ti eri fermata, ed indicando le colline hai detto 'Tutto cambierà, a breve andremo a vivere laggiù'".
 
 
A quel punto, il sogno è svanito nell'oblio...

venerdì 16 maggio 2014

...

Non ho parole.
 
 
Trovare la lettera che la Squala ha scritto alla capa di Barbapapà.
 
 
Il quale Barbapapà ha consegnato la lettera di dimissioni, e se ne andrà in pensione a fine mese.
 
 
OK. Leggo la lettera.
 
 
Si può arrivare a detestare così profondamente una persona che quasi non si conosce?
 
 
Mesi, anni di stipendi non pagati, di ferie non riconosciute, di contratti disattesi.
 
 
Scusatemi. Sono arrabbiata.

domenica 11 maggio 2014

Stramberie

Non so se sono io ad attirare le situazioni paradossali, o se sono quelle che mi inseguono.
Secondo il Russo, contattato in merito, la seconda.
In ogni caso, questo fine settimana è stato un bel condensato.
 
 
Sabato pomeriggio, alla volta del corso ad Ostia (che si riconferma sempre di più inutile e costoso), arrivo a Piramide e vedo una maglietta che mi lascia perplessa, contenendo le parole "Roma" e "Svezia". Rallento un po', cercando di capire, e mi rendo conto che effettivamente le due signore in questione stavano parlando svedese... ed alle panchine, un esercito di vichingoni ambosessi (ma perlopiù uomini), con tanto di tatuaggi del Colosseo et similia... Sempre più perplessa, mi rivolgo alle prime signore intraviste, e scopro che sono un gruppo di 150 persone, tra svedesi e finlandesi, tifosi della Roma... del tipo, una banda di Lorenzi in salsa all'aneto, praticamente.
Hanno colonizzato il treno, oltre a provocare un mio ridacchiamento continuo, per scendere alla fermata di Ostia Antica.
Spero per loro che avessero la crema solare.
 
Sabato sera, rientro. Un collega del corso mi ha detto che a Piramide regna il caos, non si sa per quale motivo. In effetti, nel sottopassaggio c'è decisamente un bel po' di gente... e noto soprattutto un gruppetto di fricchettoni, ragazzetti che non avevano l'aria di essere molto lucidi - e che avevano deciso di camminare occupando tutto lo spazio, sia sui tapis roulant (immobili), sia lungo il corridoio. Ad un certo punto, uno di quelli che camminava sul corridoio, salta il corrimano e si aggrega a quelli del tapis roulant. Un altro decide di seguirlo, e prende in pieno il corrimano, facendosi credo malissimo (non ho indagato, a quel punto ho preferito sgattaiolare avanti). Sul treno, un gruppetto di carinissimi argentini mi ha svelato l'arcano: c'era stata una manifestazione pro liberalizzazione della marijuana...
 
 
Stamattina, una chicca di saggezza dalla Teacher, una deliziosa signora danese nostra amica (la chicca era "Sono cambiati talmente tanto i do's and dont's, da quando ero giovane, che ho deciso che mangio solo quello che voglio!", roba da standing ovation), quindi un folto gruppetto di olandesi (non so se fiamminghi o valloni) sul trenino. Quasi tranquilla, diciamo.
 
 
I vikingoni tifosi rimarranno nei nostri cuori.

martedì 29 aprile 2014

Esposta

Mi rendo conto di non scrivere più così tanto su questo blog.
 
 
Da una parte è normale. Non ho più tutto il tempo di quando ero una studentessa universitaria (pure se l'ho aperto sotto tesi, e diciamocelo, lì il tempo era DAVVERO poco...); ma soprattutto, credo che dipenda dal fatto che mi sono resa conto fino in fondo di quanto è trasparente il mondo della rete.
 
 
Inserire il minimo dei dati riguardanti la sottoscritta è qualcosa che mi aiuta. Se c'è qualcosa a cui tengo, è la mia privacy, e per quanto possa essere amichevole con tutti, per essere amica di qualcuno questi se la deve conquistare, la mia fiducia (e se la perde, per me è morto). Però diciamocelo, ho uno stile di scrittura veramente riconoscibile, gli errori di digitazione e di ortografia sono grossomodo sempre gli stessi, e non so quanto tempo ci vorrà perché qualche lettore di faccialibro o del mio blog realizzi che Kura e JB (iniziali che possono essere un misto tra Scrubs e un whisky, in effetti...) si renda conto e cominci a cerchiare... in fin dei conti, quante fisioterapiste danzatrici del ventre esistono a Roma? Soprattutto, quante fisioterapiste interessate all'olistico e abbastanza pazze da dirlo?
 
 
Ecco. La realtà digitale mi fa sentire esposta. Quindi, non è che non mi succedano cose - ne capitano, eccome, anche di ridicole, gag mentali e situazioni buffe - ma non ne parlo. Non voglio espormi più del previsto.
 
 
Ammettiamolo, non sono poi tanto diversa dalla liceale disadattata avvolta dal muro di gomma che ho (apparentemente) lasciato indietro una decina di anni fa...