sabato 26 luglio 2014

Stolen youth

"Lo Stato ha venduto la nostra gioventù, e noi abbiamo lasciato che la vendesse per fame".
 
 
Ok, non è una citazione perfetta, avrei dovuto prendere appunti quando ieri sera, su La Grande Storia, citavano questa frase di uno dei giovani italiani andati in Belgio a lavorare nelle miniere con il "contratto di scambio" manodopera per carbone.
 
 
Ma ero più intenta a ragionare.
 
 
Penso troppo; ed il mio pensiero alle volte prende pieghe strane - ed amare.
 
 
Questa frase è degli anni '50. Però potremmo riutilizzarla ancora adesso. Perché noi degli anni '80 ed a scendere ci siamo fatti rubare la gioventù dallo Stato.
 
 
Politicanti senza scrupoli, di ogni schieramento, hanno fatto i loro comodi rubandoci diritti e sogni.
Stereotipizzazioni rivelatesi poi false hanno indirizzato i sogni dei più verso strade senza sbocco.
Chi aveva già un ruolo ha cercato di favorire gente incompetente per il solo fatto che era con loro imparentata, quando una meritocrazia ben applicata avrebbe potuto far salire in graduatoria gente che avrebbe potuto veramente dare una boccata di ossigeno a questo Paese (che, per citare il Russo in uno dei suoi sfoghi, sì, se la meriterebbe la maiuscola...).
Sono amareggiata perché mi devo conquistare il lusso di coltivare i miei interessi, mi devo barcamenare a stento tra gente che ha competenze e capacità magari inferiori alle mie, e sentirmi pure dire che sono una bambocciona che non ha voglia di lavorare e di mettere su famiglia.
 
 
Sono anni che non mi concedo ferie, che valuto prima di fare spese, che discuto ferocemente con la Squala per tutelare le mie scelte, che poi in ogni caso pago con i miei soldi.
 
 
Forse sono un po' stanca di farmi rubare gioventù e tempo prezioso...


Nessun commento: