domenica 29 maggio 2011

Erbe di mare (Dúlamán)


A'níon mhín ó, sin anall na fir shúirí
A mháithair mhín ó, cuir na roithléan go dtí mé


Dúlamán na binne buí, dúlamán Gaelach
Dúlamán na binne buí, dúlamán Gaelach


Góide a thug na tíre thú? arsa an dúlamán gaelach
Ag súirí le do níon, arsa an dúlamán maorach


Dúlamán na binne buí, dúlamán Gaelach
Dúlamán na binne buí, dúlamán Gaelach


Ó cha bhfaigheann tú mo 'níon, arsa an dúlamán gaelach
Bheul, fuadóidh mé liom í, arsa an dúlamán maorach


Dúlamán na binne buí, dúlamán Gaelach
Dúlamán na binne buí, dúlamán Gaelach


Rachaimid go Doire leis an dúlamán gaelach
Is ceannóimid bróga daora ar an dúlamán gaelach


Dúlamán na binne buí, dúlamán Gaelach
Dúlamán na binne buí, dúlamán Gaelach


Bróga breaca dubha ar an dúlamán gaelach
Tá bearéad agus triús ar an dúlamán gaelach


Dúlamán na binne buí, dúlamán Gaelach
Dúlamán na binne buí, dúlamán Gaelach



 


 



Non lo so perché il gaelico irlandese mi ossessioni così tanto, e da così tanto tempo. E' come una specie di droga. Che poi, non ho ancora capito il nesso tra cosa dicono e come si scrive quello che hanno detto... cioè, per fare un esempio, perché "slàn" si dovrebbe pronunciare "sloan"?...


In ogni caso, la pronuncia della cantante degli Omnia è considerata terrificante, ma lei è olandese, quindi giustificata... e la canzone è stupenda! ^^

Erbe di mare (Dúlamán)


A'níon mhín ó, sin anall na fir shúirí
A mháithair mhín ó, cuir na roithléan go dtí mé


Dúlamán na binne buí, dúlamán Gaelach
Dúlamán na binne buí, dúlamán Gaelach


Góide a thug na tíre thú? arsa an dúlamán gaelach
Ag súirí le do níon, arsa an dúlamán maorach


Dúlamán na binne buí, dúlamán Gaelach
Dúlamán na binne buí, dúlamán Gaelach


Ó cha bhfaigheann tú mo 'níon, arsa an dúlamán gaelach
Bheul, fuadóidh mé liom í, arsa an dúlamán maorach


Dúlamán na binne buí, dúlamán Gaelach
Dúlamán na binne buí, dúlamán Gaelach


Rachaimid go Doire leis an dúlamán gaelach
Is ceannóimid bróga daora ar an dúlamán gaelach


Dúlamán na binne buí, dúlamán Gaelach
Dúlamán na binne buí, dúlamán Gaelach


Bróga breaca dubha ar an dúlamán gaelach
Tá bearéad agus triús ar an dúlamán gaelach


Dúlamán na binne buí, dúlamán Gaelach
Dúlamán na binne buí, dúlamán Gaelach



 


 



Non lo so perché il gaelico irlandese mi ossessioni così tanto, e da così tanto tempo. E' come una specie di droga. Che poi, non ho ancora capito il nesso tra cosa dicono e come si scrive quello che hanno detto... cioè, per fare un esempio, perché "slàn" si dovrebbe pronunciare "sloan"?...


In ogni caso, la pronuncia della cantante degli Omnia è considerata terrificante, ma lei è olandese, quindi giustificata... e la canzone è stupenda! ^^

martedì 24 maggio 2011

...'aspita!!!!!!!!!


...non credevo che sarei mai arrivata a detestare Lamma Bada... invece, stasera è successo proprio così!!!!!! Pertanto, perdonatemi se di sottofondo metto un altro pezzo, deliziosamente "francese"


 



 


 



Oggi a danza è stato massacrante! Un po' il caldo, un po' il fatto che abbiamo lavorato sulla sopracitata Lamma Bada Yatathanna, versione Lena Chamamyan, un pezzo che adoro, ma che presenta un ritmo complicato, il sama'i, in 10/8 (per capisse, il ritmo base è così composto: UN-due-tre-quattro-cinque-SEI-SETTE-otto-nove-dieci-UN... e così via... con poi, tutte le variazioni del caso... N.B. i numeri in maiuscolo sono i battiti su cui cade l'accento...). Ok, bene, anzi benissimo. Solo che, non essendo in quarti o in ottavi come la musica cui siamo abituati, diventa un casino rispettare gli accenti, no? Quindi c'erano movimenti che andavano fatti lenti (ma con un'accentazione), pause, e movimenti rapidissimi.


Sono riuscita a tornare a casa solo perché non mi sono lasciata sfuggire che quel pezzo lo avevo passato io, a Fbiana... se no, dopo mezz'ora di UNduetrequattrocinqueSEISETTEottonovedieci, sarei stata linciata...


...tra i rari istinti ancora in mio possesso, sembra che quello di sopravvivenza sia attivato alla grande...

domenica 22 maggio 2011

Coreo





 



Oggi abbiamo fatto l'ultimo stage di danza dell'anno di corso. Questo, ovviamente, a meno che non subisseremo Fabiana di richieste per farne uno anche a fine Giugno (magari!...).


Per la prima volta, ho/abbiamo avuto l'ebbrezza di fare una coreo Nura's way. Non sarei in grado di ritrovare la musica su cui abbiamo lavorato, sono sincera... so solo che era una musica gitana (ce l'ha detto Fabiana), e che la coreo era ispirata ad una parte del mito di Oshun, la dea haitiana dei fiumi (una specie di Afrodite... pure se abbiamo citato anche Shaktini e Persefone), mito affrontato, un po' per volta, nella pratica della coreografia.


...che prevedeva tutta una parte di movimenti a terra, e che quindi adesso mi vede dolorante, specie su un gomito e sul fianco corrispondente...


All'inizio, più che Oshun abbiamo citato Persefone, appunto... velo in testa (non so come, pur essendo lo sciVelo, non mi è scappato via - più di tanto), abbiamo tracciato una spirale discendente, oraria, quindi una ascendente, antioraria, lentamente... quindi, ci sdraiavamo a terra, ed era la danza di Oshun, quasi morta dopo aver provocato la distruzione della terra per ripicca. Un lento, e poco convinto risveglio... poi gesti sempre più veloci (e come ho fatto a fare l'hair tossing dello Zaar col velo in testa non lo so...), Oshun che riprende in mano le redini della vita... e finalmente, via il velo (o meglio, visto il caldo che faceva lì sotto, via lo scafandro!), e via a giri, a movimenti ritmati da danze africane, via ai sorrisi...  stato faticoso, ma bello! Spero di riuscire a ricordarla tutta, mi piacerebbe rifarla ancora  comunque c'è da dire che è vero, se si crea una coreografia lavorando sulle sensazioni, e non sulla mera tecnica dei movimenti, è più semplice ricordarla!


Ho pranzato dalla mia nonnina, senza di lei ma con un bel po' di parentado extra... Barapapà è pure riuscito a comprarmi un diapason terapeutico (roba che io erano settimane che inseguivo il venditore per Porta Portese senza beccarlo mai, e proprio il giorno in cui non ci potevo andare... ), ed ho usato una mia zia come cavia, diminuendo la sua sciatalgia e facendomi venire un meraviglioso livido sul ginocchio... ho deciso che mi procurerò anche uno strumento adeguato con cui percuoterlo!!!!


Infine, tanto per gradire, ho provato ad aiutare SuperMario e Bodhisattva ad impacchettare le loro cose... devono trasferirsi entro il 29, quindi sembrava fosse il caso... solo, sembra che trovino casa solo presso dei pazzi... al momento, il loro contatto migliore è sfumato, e tra una cosa e l'altra non si era molto per la quale per inscatolare tutto... Qualcuno sa di affitti in zona Roma nord?

Coreo





 



Oggi abbiamo fatto l'ultimo stage di danza dell'anno di corso. Questo, ovviamente, a meno che non subisseremo Fabiana di richieste per farne uno anche a fine Giugno (magari!...).


Per la prima volta, ho/abbiamo avuto l'ebbrezza di fare una coreo Nura's way. Non sarei in grado di ritrovare la musica su cui abbiamo lavorato, sono sincera... so solo che era una musica gitana (ce l'ha detto Fabiana), e che la coreo era ispirata ad una parte del mito di Oshun, la dea haitiana dei fiumi (una specie di Afrodite... pure se abbiamo citato anche Shaktini e Persefone), mito affrontato, un po' per volta, nella pratica della coreografia.


...che prevedeva tutta una parte di movimenti a terra, e che quindi adesso mi vede dolorante, specie su un gomito e sul fianco corrispondente...


All'inizio, più che Oshun abbiamo citato Persefone, appunto... velo in testa (non so come, pur essendo lo sciVelo, non mi è scappato via - più di tanto), abbiamo tracciato una spirale discendente, oraria, quindi una ascendente, antioraria, lentamente... quindi, ci sdraiavamo a terra, ed era la danza di Oshun, quasi morta dopo aver provocato la distruzione della terra per ripicca. Un lento, e poco convinto risveglio... poi gesti sempre più veloci (e come ho fatto a fare l'hair tossing dello Zaar col velo in testa non lo so...), Oshun che riprende in mano le redini della vita... e finalmente, via il velo (o meglio, visto il caldo che faceva lì sotto, via lo scafandro!), e via a giri, a movimenti ritmati da danze africane, via ai sorrisi...  stato faticoso, ma bello! Spero di riuscire a ricordarla tutta, mi piacerebbe rifarla ancora  comunque c'è da dire che è vero, se si crea una coreografia lavorando sulle sensazioni, e non sulla mera tecnica dei movimenti, è più semplice ricordarla!


Ho pranzato dalla mia nonnina, senza di lei ma con un bel po' di parentado extra... Barapapà è pure riuscito a comprarmi un diapason terapeutico (roba che io erano settimane che inseguivo il venditore per Porta Portese senza beccarlo mai, e proprio il giorno in cui non ci potevo andare... ), ed ho usato una mia zia come cavia, diminuendo la sua sciatalgia e facendomi venire un meraviglioso livido sul ginocchio... ho deciso che mi procurerò anche uno strumento adeguato con cui percuoterlo!!!!


Infine, tanto per gradire, ho provato ad aiutare SuperMario e Bodhisattva ad impacchettare le loro cose... devono trasferirsi entro il 29, quindi sembrava fosse il caso... solo, sembra che trovino casa solo presso dei pazzi... al momento, il loro contatto migliore è sfumato, e tra una cosa e l'altra non si era molto per la quale per inscatolare tutto... Qualcuno sa di affitti in zona Roma nord?

giovedì 19 maggio 2011

The One


Grossi casini, qui a Villa Caos.


Ieri la Squala ha riattaccato la sua tiritera del lavoro... e visto che me ne stavo troppo buona, ha tirato la corda... e tirato... e tirato... finché qualcosa non si è rotto nella mia testa.


Siamo quasi arrivate alle mani.


Per evitarlo, dopo averla spinta via (continuava ad aggrapparmisi addosso), sono uscita di casa.


Ora, ho davvero bisogno di un lavoro. Perché le dovrò dare 300 euro al mese, per vitto e alloggio. Oltre al fatto che mi ha detto che sono un'incapace a gestire la mia situazione lavorativa, che quando moriranno loro finirò sotto i ponti, e che sono una stupida.


Quando avrò 300 euro al mese da spendere, potrà scordarselo, il mio aiuto. Me ne vado di casa, altroché!!!!!!!!!



 



 

lunedì 16 maggio 2011

Bracelli 2011


Ieri, tra i segnali incipienti del diluvio che si sarebbe scatenato, la corsa per arrivare in tempo (scortata dai miei, perché non potevo prendere i mezzi alle 20.30 di sera, e poi non mi fidavo a guidare da sola), la curiosità e l'emozione, ho visto il secondo spettacolo di sola Danza del Ventre organizzato dall'insegnante di Gyza.


Beh, stavolta non era proprio solo Danza del Ventre... io, che pure amo uno stile ibrido, qualcosa che lasci anche una traccia del percorso di chi si esprime, non sono stata proprio contentissima nel vedere una fusione tra la Danza ed il balletto (con una netta preponderanza di quest'ultimo, e conseguente irrigidimento dei movimenti della Raqs Sharqi, esemplificati bene nella camminata con scatto verticale, che faceva sembrare i due ballerini delle oche molto imbarazzate...), o i pezzi di danza gitana e teatro danza, in cui della Danza del Ventre non era rimasto proprio nulla... buffo pensare che erano tutte coreografie create dalla stessa insegnante (presso cui ho pure fatto qualche lezione)... Ma procediamo con ordine.


Insomma, arrivo alla palestra, di corsa come poche volte, pago i 5 euro del biglietto, entro in sala (... chiamiamola così...), e dopo una breve ricerca visiva, noto la capigliatura di mia zia Ironic, la madre di Gyza, quindi mi dirigo verso di loro. Sono fortunata abbastanza da trovare pure posto a sedere nella fila immediatamente dietro, nonostante la ragazza all'ingresso mi avesse detto "Solo posti in piedi!"... certo, non posso parlare col parentado e affini, e mi tocca semisdrairmi per permettere alle ragazze dietro di vedere... però, non mi lamento. Perlomeno sono stata seduta, cosa che il cugino Ingegner Capello, per fare le sue foto, non ha fatto per niente.


Devo essere sincera... nella prima metà dello spettacolo, Gyza (il vero motivo per cui sono andata lì, visto che conoscevo 2 insegnanti su 3 e con entrambe non ho un rapporto grandioso...) si è vista pochino. In una coreo danzava abbastanza sul retro con un'altra ragazza sua amica (e sua pari, anche se alla Raqs Sharqi vera e propria preferisce le percussioni...); in un altro pezzo, entrambe hanno danzato con la spada, assieme ad altre due ragazze ed all'insegnante (nota come Ticcer, ma che io chiamerei più che altro A.N., Alcolista Notoria...); per fortuna nella seconda parte ha fatto il suo assolo (che io ho trovato stupendo... solo in seguito, una volta uscita, mi ha detto che il velo le si è sciolto prima del tempo e quindi ha dovuto improvvisare... che dire, la ragazza è davvero notevole!!!!!), ed una complicatissima coreografia del maestro Mahmoud Reda, sempre assieme alla sua amica.


L'insegnante che non conoscevo era tecnicamente notevole, anche se aveva un sorriso un po' alla Saida prima maniera (spiegazione per chi non segue molto la Danza del Ventre, ovvero la maggior parte dei miei lettori... Saida è una danzatrice pazzesca, spagnola, che però, per anni, ha danzato con un sorriso che sembrava quello delle maschere dei politici per carnevale... finto che più finto non si può). Ha fatto un po' un azzardo, secondo me, a fare una coreografia tribal fusion, perché non separava adeguatamente i movimenti... ma, come continuavo a dirmi ieri, io non sarei stata in grado di farlo manco di striscio, quindi forse non dovrei criticare... Una delle sue allieve, inoltre, quella messa più in primo piano (forse la migliore, a suo giudizio), somigliava così tanto a Jillina (altra danzatrice famosa, più o meno la leader delle BDSS, N.d.A.) da pensare che la stesse imitando...


La terza insegnante, PrimaDonna, non mi è piaciuta... era più danza classica, flamenco e modern jazz che Danza del Ventre. E mi dispiace, perché rispetto allo scorso anno si vedeva che le sue allieve vevano lavorato nettamente di più. Inoltre, era l'unica ad avere anche un allievo maschio... che dire... sembra che tra i maschietti ci sia un'autentica reticenza ad avvicinarsi alla Raqs Sharqi, come nel secolo scorso ad avvicinarsi al balletto...


Con tutto che non stimo molto Ticcer, le sue allieve (escludendo Gyza e la sua amica) hanno fatto dei passi avanti mostruosi, rispetto allo scorso anno. E pure lei ha portato una coreografia solista in cui ha mescolato più generi musicali (rimanendo però sempre sulla Danza del Ventre come movenze), ed una buona dose di ironia (pure se è tipico da lei fare finta di controllare se lo smalto è asciutto mentre fa shimmy...).


In ogni caso, sono uscita da lì davvero contenta e motivata... e molto grata ad Ingegner Capello ed alla sua ragazza Web Graphic per lo strappo fin sotto casa, visto che dopo pochi minuti di tuoni ha buttato giù l'acqua a secchiate...


Unico problema, è convincere Gyza delle sue indubbie capacità, ora!!!!!


P.S. domani la mia adorata nonnina compirà 94 anni... cosa le posso regalare???

sabato 14 maggio 2011

AAA cercasi...


...persone serie, amanti della compagnia, del verde, della musica, con una profonda spiritualità (e chissenefrega della religione che seguono!), e soprattutto assolutamente pazzi, magari con esperienza di campeggio, ancora meglio che sappiano a chi rivolgersi, per organizzare un Rainbow Gathering qui in Italia...


...cos'è un Rainbow Gathering?



 



 


 



Spero che basti come risposta ^^


Allora... c'è qualcuno, in questo pazzo web, disposto ad aiutarmi?

venerdì 13 maggio 2011

Soldato Jane... presente!


Per scrivere questo post in maniera comprensibile, ho bisogno di una premessa... quindi perdonatemi se all'inizio non capirete dove voglio andare a parare, tutto troverà il suo senso...


Vi avevo già detto del fatto che, tutti i giovedì pomeriggio, avrei l'obbligo di seguire un corso per la cooperativa in cui lavoro... obbligo che vivevo male, perché non vedevo (e tuttora non vedo) l'utilità del corso, eccetera eccetera...


Probabilmente ho già detto che, da un paio di mesi a questa parte, ovvero dal giorno del piercing, ho deciso di fare regolare sega dal corso...


Unico problema, essendo stata una studentessa sempre piuttosto regolare (ma non vedetemi come una secchiona, far from that!), non so molto bene quali siano i posti migliori dove sparire... quindi, in condizioni normali, tendo a rifugiarmi presso SuperMario e Bodhisattva fino all'ora in cui posso rientrare a casa, e qui tiro fuori capacità istrioniche notevoli per simulare stanchezza da "3-ore-3-di-viaggio-più-3-ore-3-di-corso".


Ieri, la giornata si prospettava identica. Avevo cercato di organizzarmi altrimenti, ma la cosa non era esattamente andata in porto... quindi, mi sono presentata al negozio, dove ho dichiarato ad un perplesso SuperMario la mia assoluta disposizione a seguirlo ovunque lui fosse andato.


Ci ha messo un po' a capire cosa intendessi... quando poi si è ricordato che era giovedì, mi ha guardato sconsolato ed ha detto "Però Bodhisattva non sta per niente bene, oggi...".


(Bodhisattva è una di quelle persone con cui i medici si divertono... le hanno diagnosticato di tutto, dall'epilessia, alla fibromialgia... e tuttora non ha trovato una cura decente...)


Metto quindi una croce sopra alla mia idea di ripiego, e dopo aver accompagnato SuperMario a prendere l'acqua in farmacia per la loro pupattola, per non disturbare, mi faccio lasciare vicino casa, e decido di andare a pranzare alla Valle. E qui comincia il post vero e proprio.


La Valle è un parco immenso che si estende per km e tocca diversi quartieri di Roma. Uno dei suoi innumerevoli accessi è proprio dietro casa mia, basta avere la pazienza di scendere per una di quelle discese che sarebbero ideali per uno slittino, e dopo pochi attimi non sembra neanche più di stare in città. Ho con me il pranzo della "brava corsista" (panino con frittata di zucchine e mela), un libro in inglese, ed il carico delle mie borse lavorative, carico abbastanza ininfluente (...), quindi dovrei essere a posto per buona parte del pomeriggio... Dovrei...


Nella prima parte, tutto a postissimo. Trovo una tranquilla tettoia di alberi sotto cui rifugiarmio dal caldo impellente (notata quanto caspita è salita la temperatura?!?), espleto alcune funzioni naturali, consumo il fero pasto e mi metto a leggere, seduta non proprio comodamente sul morbidissimo terreno del sottobosco, finché non mi rendo conto che la zona è infestata di zanzare... considerando il fatto che sono abbastanza buona da essere considerata un ottimo autogrill da tutti questi parassiti volanti, che si spargono la voce rapidamente fino a che non sono ricoperta dagli esemplari normalmente distribuiti nel raggio di 2-3 km, decido di rimettermi in marcia. Il sentiero costeggia il bosco senza venir toccato dalla sua ombra, purtroppo, e la mia scarsa tolleranza al caldo non mi aiuta, però resisto.


Ad un certro punto, comincio a sentire il rumore delle macchine e del treno, e mi rendo conto quindi di essere vicina alla strada. Visto che come orario potrei anche ritornare al negozio di SuperMario e Bodhisattva, e visto che, secondo la mia speranza, dovevo essere vicina ad un altro ingresso di mia conoscenza, privo di quelle salite ripidissime, decido di procedere. Incontro peraltro un gentilissimo signore sardo, il quale mi spiega che al termine del sentiero c'è un cancelletto. Seguo le varie diramazioni, ed alla fine mi ritrovo sul retro di una grossa rivendita di sanitari, che conosco per esserci passata ormai n volte davanti, però tutti i cancelli che vedo sono chiusi...


Frustrazione... Decido di tornare indietro, magari, penso, troverò una svolta a destra che mi porterà sui sentieri che conosco... ma il sentiero procede dritto e spedito... a meno che...


Sulla mia destra, oltre un fosso pieno di sambuchi ed ortiche alte uguali, c'è una collinetta, all'apparenza facilmente scalabile. E' possibile arrivarci da una piccola diramazione del sentiero, e per quale motivo uno avrebbe fatto una diramazione se non per indicare che un posto è frequentabile? Quindi, mi dirigo in quella direzione speditamente, sicura che, una volta scalata la collinetta, riuscirò ad orientarmi e ritrovare i sentieri noti.


La parte boscosa della collinetta è costituita da querce da sughero, il tipo di alberi, assieme ai castagni, sotto cui si trova il terreno più fertile. Ma visto che la luce è poca, il sottobosco è composto solo da robusti pungitopo e da certe sparutissime piante di ciclamino, fuori stagione per la fioritura.
Salire la prima parte è relativamente facile, pure se il terreno, argilloso e molto ricco, è troppo morbido per offrire un'adeguata resistenza. Sperimento la mia camminata "da neve", con i piedi posti trasversalmente rispetto alla salita, e grossomodo, scivolando eggermente ad ogni passo, per un po' riesco ad andare... Verso metà della strada mi fermo su un albero finito sradicato, e posato in una pratica forcella di un altro albero, come una panchina naturale. Sono abbastanza senza fiato, ma penso che non sia nulla di ché. Riprendo in mano il libro, tanto per riposarmi un po'. Ma anche stavolta vengo disturbata dagli assalti delle zanzare. Esasperata, mi decido a riprendere la salita. E qui incominciano le difficoltà.


La vostra geniale Kurandera, giusto per complicarsi la vita, si era infatti seduta rivolta alla discesa... per riuscire a rivolgermi di nuovo verso la salita, ci ho messo 10 minuti buoni... inoltre, la pendenza della collina sale bruscamente, e le foglie che si accumulano alla base degli alberi rendono il percorso ingannevolmente tranquillo...


In breve mi ritrovo a salire aggrappandomi, o tentando di farlo, ad ogni ramo, radice, ciuffo di pungitopo che incontro. A lanciare le borse nel punto dove mi aspetto di arrivare l'attimo dopo, cercando di dosare la forza in modo da non farle rotolare per il pendio e da non perdere l'appoggio faticosamente acquisito per arrivare in quel punto. A salire in ginocchio, senza preoccuparmi più di tanto per i pantaloni. A scavare la terra, per avere una radice cui aggrapparmi. Alla fine, presa dalla disperazione, con la mano ed il braccio sinistri indolenziti oltre ogni dire, mollo la presa sull'ultima radice afferrata, e mi faccio mezzo metro di scivolata di pancia. Appena la discesa si ferma, rimango 20 minuti buoni sotto shock a cercare di ragionare.


Un po' con l'aiuto di una telefonata, un po' rendendomi conto che non mi è possibile arrischiarmi, decido che è meglio ritornare sul sentiero, al sicuro, su strade seriamente percorribili. Sono consapevole di non poter scendere come sono salita, peraltro le borse rappresentano un ostacolo notevole... le borse...
La borsa del lavoro è uno shopper di stoffa, di quelli di Emergency. Contenendo il quadernone del lavoro e il supposto blocco di appunti del corso, ha una sua certa rettangolarità, nonché una discreta rigidità. Detesto le discese, detesto affrontarle in velocità, ma dopo essere stata sotto shock per tutto quel tempo, non vedo molte alternative... perlomeno, scendendo seduta e controllando la discesa con le gambe, ho qualche possibilità in più... Quindi, mi decido: afferro le maniglie della borsa, mi ci siedo sopra, e mi lascio scendere giù, frenando ogni tot a causa del quantitativo di foglie bloccatesi sotto lo slittino improvvisato, cercando di decidere la strada migliore, passando tra i vari arbusti di pungitopo e sotto al tronco su cui mi ero seduta neanche tanto prima... Arrivo in fondo, cerco di sgrullare via la terra di dove è possibile, e svuoto le scarpe da tutte le varie fogliette, legnetti e ghiande che si erano accumulate.


Riprendo il sentiero, scossa quel tanto che bastava per essere presa per una pazza (più del mio solito, intendo...), e ri incontro il gentilissimo signore sardo che mi accompagna all'uscita, un cancelletto verde su un'inferriata verde in mezzo a tutto il verde del bosco, accostato, peraltro, e che non avevo preso minimamente in considerazione. Una volta rassicurato l'interlocutore della telefonata (il quale, ovviamente, sentendomi bloccata in un tale empasse e dispiaciuto di entirmi così sconvolta, si era giustamente preoccupato...), ho ripreso la via verso il negozio di SuperMario e di Bodhisattva, cercando di nascondere al meglio le braccia piene di tagli ed i pantaloni luridi. E lì ho lasciato passare le ultime tre ore del pomeriggio cercando di stare quanto più tranquilla e ferma possibile, evitando di farmi coinvolgere troppo dalla loro bimbetta più grande, e di interferire con le normali attività.


Credo che passerà un bel po' di tempo, prima che io abbandoni di nuovo il sentiero per giocare a fare il Soldato Jane per le colline... però posso essere contenta di una cosa: era un querceto, e non un castagneto!!!!!!!!!

lunedì 9 maggio 2011

Angra - Wasted Years





 



Non sono esattamente il tipo da heavy metal (infatti evito sempre, o quasi, di commentare il blog della Xiuh quando lei posta qualche pezzo ^^)... e però, questa canzone, decisamente, mi piace!  Il bello è che non conosco neanche l'originale!!!!!!!!

domenica 8 maggio 2011

Five Leaves Left...


Strange face, with your eyes
 



So pale and sincere.
 



Underneath you know well
 



You have nothing to fear.
 



For the dreams that came to you when so young
 



Told of a life
 



Where spring is sprung.
 




You would seem so frail
 



In the cold of the night
 



When the armies of emotion
 



Go out to fight.
 



But while the earth sinks to its grave
 



You sail to the sky
 



On the crest of a wave.
 




So forget this cruel world
 



Where I belong
 



I'll just sit and wait
 



And sing my song.
 



And if one day you should see me in the crowd
 



Lend a hand and lift me
 



To your place in the cloud.
 



Questa è la canzone che voglio dedicare a chi so che non ha requie... a chi, da mesi a questa parte, ha perso equilibrio, senso di appartenenza, serenità, affetti, tutto... Spero che possa essere d'aiuto...

Five Leaves Left...


Strange face, with your eyes
 



So pale and sincere.
 



Underneath you know well
 



You have nothing to fear.
 



For the dreams that came to you when so young
 



Told of a life
 



Where spring is sprung.
 




You would seem so frail
 



In the cold of the night
 



When the armies of emotion
 



Go out to fight.
 



But while the earth sinks to its grave
 



You sail to the sky
 



On the crest of a wave.
 




So forget this cruel world
 



Where I belong
 



I'll just sit and wait
 



And sing my song.
 



And if one day you should see me in the crowd
 



Lend a hand and lift me
 



To your place in the cloud.
 



Questa è la canzone che voglio dedicare a chi so che non ha requie... a chi, da mesi a questa parte, ha perso equilibrio, senso di appartenenza, serenità, affetti, tutto... Spero che possa essere d'aiuto...