sabato 30 agosto 2014

Fettina di qu

Come mi sta scrivendo adesso Taekwondoka via Skype, talvolta è necessario un vaffa collettivo.
 
 
Partiamo dai viejos, che giustamente sono partiti per farsi altre ferie martedì.
 
 
Barbapapà mi ha detto "Divertiti!". La Squala ha detto "Ci sta casa, le piante - mi raccomando, sia mai che io faccia morire le sue come lei ha fatto morire le mie querce... -, il bucato, vai a trovare la vicina che è un incarico che hanno dato a noi ma non ci saremo, e oh, occupati di tua sorella e di tua nipote!".
 
 
Ho già detto che voglio un bene dell'anima a mia sorella ed a quella nana tondosa?
 
 
Bene. Ho passato una settimana a regalargli fettine di culo.
 
 
Cucinare. Dare una mano. Passeggiate. Bagnetto. Cercare di aiutarla con la pappa, perché decisamente la Nana preferisce il latte agli omogeneizzati. Magari anche aiutarla per piccole cose in casa.
Tutto nella norma. Prevede che io cammini un sacco, ma dopo aver fatto 50 km non è un problema. Oltretutto, ho il solito paziente che mi prende in giro, con la moglie che telefona solo a casa quando le ho detto mille volte di chiamarmi sul cellulare (peraltro, chiama me Kura e la Squala "signora Kurandera"...), in una settimana l'ho visto solo una volta, quindi ho pure troppo tempo libero; insomma, mi fa piacere.
Solo, tende a gravare un po'.
 
 
In più, SuperMario e Bodhisattva si trasferiscono di nuovo. C'è da pulire la vecchia casa, e visto che io, a differenza dei miei amici che quando ho chiesto se qualcuno poteva darmi una mano ad eliminare la muffa e riverniciare si sono defilati (escluso il Penta che mi ha detto di non essere capace...), se mi chiedono aiuto vado, ho dato la mia disponibilità per ieri ed oggi. Quindi, tempo ridotto per la sorella.
 
 
Ora. Ieri è andata discretamente, pure se sono tornata a Villa Caos a tocchetti ed ho trovato scene da paura e delirio, con la Nana che si rifiutava di mangiare la sua mela ed AiLund disperata.
Oggi, invece, tutt'altra scena. Con tutto che sono pure tornata prima. Per colpa di un misunderstanding - o meglio, di qualcosa di non detto -, io sono rientrata a villa Caos, e lei è rimasta a casa sua. Dopo mezz'ora che non la vedevo, provo a chiamare.
E la telefonata, tra strilli immani, è consistita nella frase "Kurandè, dove cazzo stai!!!!! Guarda, non venire proprio!!!!!!!".
 
 
AiLund ha fatto cadere la Nana. E, in preda al panico, ha deciso di sfogarsi su di me. Io sono uscita di casa di corsa - senza sapere questo dettaglio -, mi sono calmata per strada, ho citofonato da lei più volte, ho aspettato mezz'ora che aprisse o tornasse a casa se era uscita, le ho scritto, ho provato a richiamarla... alla fine, scorata ed in lacrime, perché se  si riesce a farmi sentire in colpa fondamentalmente mi si fa a pezzi, sono rientrata a casa, dopo aver scritto ai viejos ed aver contattato il Santo.
 
 
A 10 minuti da casa mi chiama AiLund, spiegandomi la cosa, e stavo per tornare indietro. Ma lei non ha voluto.
 
 
Sono distrutta. Ho passato una settimana infernale, sono stanca, devo finire di sistemare casa e fare la spesa, mi si stanno riaprendo le piaghe ai piedi, e più che un grazie mi sono beccata degli insulti.
Seduta come sono direttamente sulle ossa, qui lo dico e qui lo confermo: basta fettine di culo. Non ce ne sono più.


lunedì 25 agosto 2014

Da zero a tre nel giro di due

Sono quasi sicura di averlo già scritto. Sono affascinata dall'idea del campeggio da quando ero piccola.
 
 
Sia la Squala che Barbapapà avevano praticato, in gioventù. La Squala, con tutti i fratelli maschi scout ed amici campeggiatori, doveva essere piuttosto ben attrezzata. Barbapapà aveva dovuto costruirsi l'esperienza da solo, ma dopo aver dormito sotto un cespuglio in attesa di imbarcarsi per Londra ed andare a sentire non so se i Beatles od i Rolling Stones, beh, credo che l'idea di una tenda suonasse estremamente confortevole.
 
 
Nonostante ciò, a nessuno dei due è mai venuto in mente che potesse andare anche a me o ad AiLund di campeggiare. Il massimo dello sforzo della Squala era stato mandarmi agli Scout, in un periodo in cui il mio rapporto con la chiesa era già ridotto a terra bruciata (non terreno fertile... proprio roba da piogge acide per centinaia di anni... tipo coltivare il pianeta Venere), e peraltro come unica over-15 (avevo 20 anni, e mi sono ritrovata in mezzo ai lupetti... gh!!). Di tende, comunque, manco l'ombra.
 
 
L'anno scorso a Montelago per me è stato uno sblocco, pure se ho dovuto chiedere in prestito tutto ed imparare nel modo più difficile, con l'esperienza (servono sacchi a pelo pesanti, tende semplici da montare ma di buona qualità, bagaglio quanto più possibile ridotto come ingombro, un buon materassino, la luce per la notte...). Ripetendo l'esperienza quest'anno, ho potuto attrezzarmi meglio.
 
 
Ed adesso sono andata col gruppo di pazzi capitanati da Bodhisattva e MrCoach dalle parti del bosco del Sorbo, per altri due-giornidue-notti di massacro formativo in campeggio.
 
 
Ho sperimentato il campeggiare con la pioggia e l'utilità della verandina, ho apprezzato la torcetta da testa di AiLund, la comodità del materassino gonfiabile (pure se adesso mi devo procurare una pompa per usarlo), ho apprezzato di nuovo la sacca interna di cotone da mettere nel sacco a pelo che aveva cucito mia nonna paterna (da delle orrende lenzuola anni '70, ma l'aspetto passa in secondo piano dopo la funzionalità), ho dormito con un'altra persona e la sua cagnetta, ho visto cos'altro mi può servire (mazzuolo di gomma per i picchetti, piccola lampada a led con laccio lungo o gancio da appendere nella tenda, la summenzionata pompa, altri picchetti ché non bastano mai...), ed il tutto facendo letteralmente i chilometri (siamo arrivati a 50 in 2 giorni, esclusi errori di pista, passeggiate personali per cibo e/o momenti evacuatori, giri funzionali ed esercizi) e non occupandoci quasi per niente di campeggio o dell'arte di campeggiare.
 
 
Di conseguenza, accumulo punti esperienza, stendo il sacco a pelo fuori per areare, ed aspetto la prossima occasione. Se sono arrivata a 30 anni vergine di campeggi, e poi da 30 a 31 ne ho fatti ben tre, vuol dire che presto replicherò, ed avrò modo di imparare nuove cose :)

martedì 19 agosto 2014

Heroes

Barbapapà è un eroe.
 
 
Nel senso migliore, più puro e più disinteressato del termine.
 
 
Cominciamo dall'inizio. E' estate. E d'estate, per la sottoscritta, oltre al lavoro esistono due svaghi: libri, e Valle.
 
 
Al momento, leggo perlopiù la sera, prima di crollare addormentata ben dopo la mezzanotte, incapace di arrivare oltre a quel paragrafo (o, nel caso di Sir Pratchett, dilungandomi fino allo stremo per il mero piacere di sorprendermi per Carota).
Però sto andando un sacco alla Valle. Per prendere frutti di bosco, per raccogliere galle (non le solite rotonde, quelle create da un altro insetto - sì, sono sempre galle, sì sono sempre galle di quercia, no, non conosco le specifiche, le potrei leggere ad nauseam ed ancora non memorizzarle; fidatevi, ok?), per far scarpinare amici, per fare picnic notturni, per cercare luoghi idonei a scatti fantasy, per sognare di fare il drago steampunk coi rottami delle auto... E, insomma, la penultima volta che ci sono andata ho fatto una piccola deviazione sul percorso ed ho scoperto i resti di un accampamento. Resti decorati da alcune batterie di automobile.
 
 
Ora. Passi il vetro, passi la plastica - a fatica, moooooolto a fatica -, passino i resti del letto, ed anche le scarpe ed il sacco a pelo.
Ma le batterie, NO.
E' troppo, anche per me.
 
 
Per evitare di diventare più verde del mio solito, dopo aver lanciato anatemi contro i danneggiatori delle proprietà comuni verdi, mi sono ripromessa che domani (cioè ieri) o dopodomani (cioè oggi) sarei andata a fare pulizia.
 
 
Ne ho parlato a casa. E qui scatta la prima medaglia. Perché la Squala, che al solito considera aprioristicamente i miei progetti delle bambinate, ha detto di chiamare l'AMA, o di andare col carrello della spesa, o di non perderci tempo. Invece Barbapapà ha detto "Ti aiuto io! E' una bella cosa!!!".
 
 
In corso d'opera credo che mi abbia tirato diversi sentiti accidenti, pentendosi amaramente, ma è un eroe comunque, e non di meno per questo.
 
 
Pianifichiamo: prendere carrello, giornali - tanti giornali - e buste di plastica, vedere in primo luogo se è aperto l'elettrauto vicino casa per portarle lì, se no prendere la macchina e portarla il più vicino possibile all'ingresso più comodo, in modo da trasportare poi le batterie nella più vicina isola ecologica.
 
 
Ovviamente, l'elettrauto è chiuso. Pertanto, torniamo col carrello e prendiamo la macchina (la fedele Bouncing Car, che dal 2001 ci accompagna in ogni impresa titanica).
 
 
Già all'andata, con il carrello portato a braccio dalla sottoscritta, si palesano le difficoltà: terreno irregolare, deiezioni (canine e volpine, pure se ogni tanto ho adocchiato prodotti di pecora), strettoie, buche, radici, rovi, cardi, canne, erba secca. Ed ovviamente, l'accampamento in un punto quasi boschivo.
Avevo visto 4 batterie, ne troviamo 5, di cui una ancora chiusa e che perde... no buono. Ed ovviamente il carrello è troppo piccolo per caricarle tutte. Quindi smontiamo la sacca, avvolgiamo alla bell'e meglio tre batterie nei giornali (le due più pesanti più quella che perde), scovo un pezzo di cavo elettrico ormai senza rame per legarle come possibile, e quindi cerchiamo, con estrema fatica e diversi ribaltamenti, di portarle fuori. Alla fine, la strategia migliore si rivela camminare al contrario, tenendo il carrello con due mani, e scegliendo il percorso più regolare possibile, abbassandolo quasi per orizzontale nei punti ostici; e, quasi all'uscita, molliamo le ruote per trasportare le tre batterie a piedi fino alla macchina.
 
 
Portata la terza per quasi tutto il tratto, torno indietro con il grosso dei giornali a recuperare le altre due. Con un po' di difficoltà (chiunque avesse fatto quell'accampamento, lo aveva scelto proprio bene: ingresso pressoché semioccultato dalle canne e dagli alberi, spazio sufficiente, anche abbastanza in piano) mi raggiunge anche Barbapapà. Ammiriamo una mantide che ha appena fatto la muta (sono stata tentata di prendere la pelle vecchia, ma era troppo fragile... e poi, cosa ci avrei fatto?), carichiamo le ultime batterie ed un trasformatore da cellulare senza più il cavetto, e partiamo - con una velocità notevole rispetto al primo giro - di nuovo alla volta della macchina, raccogliendo un bauletto da motorino abbandonato da relativamente poco.
 
 
Da lì all'isola ecologica, non c'è voluto niente.
 
 
Siamo tornati a casa distrutti, assetati ed esilarati.
 
 
Barbapapà merita la medaglia d'oro al valore verde!!!!!!!!!

lunedì 4 agosto 2014

VALERIOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! (Valerio è qui)

Sì. Anche quest'anno, Montelago.
 
 
Questo è stato l'anno delle defezioni, del "mi prendo due giorni per vedere com'è" e poi scoprire che la marea di gentaglia che lo invade mi ha fatto perdere un po' la voglia, del terreno in puro stile Woodstock, della mia prima vera tenda e di come montarla... ma andiamo per ordine.
 
 
Tanto per cominciare, niente sveglia allucinante. Non passando per Valmontone, non ho sentito il bisogno di fare le 4.30 come l'anno scorso. Comunque, sveglia presto, colazione lampo, gestione incasinata delle cose come mio solito, i viejos che mi scortano a Termini ('un sia mai che sparisco per strada), io che ricordo di avere il treno alle 7.45 e poi realizzo, guardando di nuovo il biglietto, che era alle 9.35, quindi faccio un salto da Borri per prendere l'ennesimo libro di Terry Pratchett (una piccola guida curata come un'enciclopedia alfabetica a Discworld), e tra quello e le cuffie con la musica del mio cellulare (sempre più tacchino farcito)riesco a far passare il tempo, ridendo come un'idiota, finché non arriva finalmente l'annuncio del binario e posso salire in treno (e qui si conferma che Murphy ce l'ha con me, perché davanti a me si siede una signora piccolina che si fa l'intero viaggio comodamente spaparanzata, rendendomi impossibile lo stendere le gambe...).
 
Appuntamento alla stazione di Foligno con la Zirlatrice, una ragazza fantastica conosciuta al Full Moon (che chiamerò così perché è in grado di zirlare come un grillo, non chiedetemi come fa), e viaggio in navetta, condividendo musica e discorsi (abbiamo parlato tantissimo, in questi due giorni...), quindi arrivo a Montelago con luuuuuuuunga passeggiata attraverso il campo - strada fangosa in modo incredibile, impossibile che la navetta potesse praticarla), facciamo un pezzo di strada con una riservatissima ragazza del nord con i capelli in parte tinti blu elettrico e la compostela sullo zaino, quindi entriamo nell'accampamento. Qui ci separiamo, io più o meno seguita da una ragazza che poi diventerà la mia ombra (dal fichissimo nome fantasy ma totalmente priva di spirito di iniziativa, e che quindi si appoggia totalmente a noi, specie a me... U_U), la Zirlatrice verso i suoi amici, seguita a ruota dalla ragazza della compostela (che si appoggerà al loro campo, ma con più spirito di iniziativa individuale).
 
 
Trovare il resto della compagnia del Labicano è un'impresa, ma alla fine ci riesco. Solo, tra le varie pozzanghere e fango, mi bagno le scarpe (sono andata coi sandali... pessima, pessima idea...), il piede comincia a slittarci dentro che è un piacere, quindi li levo e comincio a girare scalza, diventando in pochissimo tempo l'immagine degli Hobbit quando girano per Mordor (Xiuh, tu approverai, avendomi sempre detto che sono un Hobbit un po' troppo cresciuto ;) ). Arrivata comunque al punto dell'accampamento, gioisco nel vedere che quest'anno siamo attrezzati con un gazebo...
 
 
Mentre Sportsy mi aiuta a montare la tenda (quella ragazza vive di attività, ed è stata non solo un aiuto stravalido, ma anche un genio nello spiegarmi l'how to in maniera semplicissima), si monta lo stendardo (quello famoso, disegnato lo scorso anno dal Menestrello che quest'anno non c'è), e si comincia a provvedere al pranzo, pranzo cui si appoggia la suddetta ragazza-ombra (che, ci racconta, doveva venire con degli amici che poi le hanno dato buca... l'abbiamo invitata per compassione e spirito di solidarietà, ma dopo un po' che parlava me ne sono pentita...). Quindi, giro per il mercato, il Mortimer's Pub, ascoltiamo musica e rivediamo un po' di gente (tra cui il fotostalker dello scorso anno, cosa che mi fa un po' irrigidire, ma per fortuna non pare notarmi, forse perché ho messo le orecchie da elfo...), e lì noto una cosa: se c'è musica folk io ho voglia di ballare comunque, mentre i Labicanensi aspettano la notte... di conseguenza, io cerco qualcuno con cui ballare - e finisco per farlo fuori dalla tenda con Zirlatrice, entrambe scalze (cosa che si rivelerà essere una pessima idea...), mentre loro rimangono seduti tranquilli (salvo Sportsy che mi svela il mondo del pogo seduto...).
Ok, ammettiamolo, non mi sono fatta questo Montelago per la musica.


La gente mi vede e mi fotografa. Un ragazzo filma me e Zirlatrice che balliamo (e ci fa ripetere la sequenza più volte, perché se devo fare qualcosa sul serio mi impapero e scivolo sulla guazza). Riprendo contatti con alcuni dei bancarellai, che ho conosciuto e si ricordano di me con affetto (specie i signori delle pietre... adorabili!!!!). Incontriamo barbari e soggetti strani-ma-divertenti, parliamo con tutti, sorridiamo per il solo piacere di farlo (cosa che, la sera, mi ha tirato dietro un ragazzino ciucco perso che mi si è appiccicato per ballare e non sapevo più come sbolognare...).


Ho sentito però la mancanza del Russo, di Wolfen e della Lupacchiotta (meno di Shadow. Che ci fosse o meno, mi sono resa conto, mi lascia indifferente). Mi è mancato Menestrello, e lo spirito di comunità che riusciva a creare (io sono una misantropa assurda, ma ci tengo a fare in modo che il gruppo capisca che comunque ci sono...).


Sono rimasta in giro fino a sera tardi, ballando un po' con Sportsy e con Butterfly, una meravigliosa persona, quindi ho deciso di tornare in tenda per provare a dormire un po'. Illusa. A parte il casino del concerto, la gente aveva deciso (ed in certi casi lo dichiarava anche esplicitamente, con tanto di coro da stadio) che "a Montelago non si deve dormire". Di conseguenza urli, schiamazzi, "Valeriooooooooooo" vari; placato questo, alle 4.30 qualcuno si è fatto una bella suonata al djembe (e giuro, chiunque fosse lo avrei ucciso, pure se era bravo - e lo era parecchio...); e, per finire, il pianto disperato di un bambino. A quel punto, totalmente insonne, ho deciso di prepararmi per affrontare il nuovo giorno... (di buono c'è stato il fatto che la nuova tenda teneva l'umidità molto meglio della "3 secondi" dell'anno scorso, e che il sacco a pelo invernale più la protezione in cotone cucita chissà quanto tempo fa da farmor hanno fornito il giusto grado di calore per affrontare la notte serenamente - è vero, ho avuto i crampi comunque, ma sono dipesi dall'impossibilità di muovermi più che da altro. Adesso mi serve solo un materassino decente)


Vestita, più o meno lavata - le salviettine umidificate servono, ma non sono totipotenti -, mangiato parte del pacchetto di Grancereale ed un po' di mandorle, rimesse le orecchie da elfo, ho preso di petto la giornata nel modo migliore. Girando per il mercatino.
Quindi, mi sono fatta prendere da un attacco di treccite. E dato che ero venuta a Montelago anche con l'idea di fare trecce ad offerta libera (totalmente libera per le trecce semplici, a partire da 3€ per quelle con i nastri), ho intrecciato i capelli di Butterfly subito dopo pranzo e, resistendo strenuamente alla tentazione di dormire, ho cercato i ragazzi del Gerbillo per fare trecce anche lì.


Inizialmente, mercatino moscio - ho fatto una treccia alla fidanzata del mitico Bodhranista -, quindi ho fatto l'ennesimo giro per il mercatino vero, poi, con l'aiuto di Zirlatrice, la cosa ha preso piede e mi sono ritrovata a fare lavori interessanti (senz'altro il più bello proprio su Zirlatrice, una finta crown braid con nastro a tracciare un pentacolo). Quindi, persa l'accensione dei fuochi - cosa che mi è dispiaciuta - e la danza del ventre - cosa che non mi è dispiaciuta troppo -, sono andata a procacciarmi la cena, di nuovo in giro per il mercatino, quindi in tenda a parlare con Zirlatrice fino alle 3 e rotti (ed abbiamo deciso di andare in Irlanda insieme).
Una volta partita lei, ho provato di nuovo a dormire, con più successo del giorno prima anche se comunque col sonno disturbato dai vari casini e concerti (ad un certo punto, quando già stava facendo chiaro, mi sono svegliata di soprassalto pensando che stesse suonando la sveglia; invece era musica mandata a basso volume dal palco - da lì la decisione che, in ogni caso, al prossimo Montelago niente sveglia con le cornamuse, troppo confondibile).


Svegliata comunque troppo presto, dopo aver deciso di bypassare la colazione ed aver compiuto un po' di abluzioni rimandate per troppo tempo, ho smontato quanto più rapidamente la tenda e fatto il mio bagaglio (il tempo sembrava minacciare molto), ho chiesto a Red, venuto anche lui, uno strappo fino a Foligno (lui invece me l'ha offerto fino a casa... caro ragazzo!!!), ho salutato la sola Butterfly, unica ad essersi svegliata (e che ho allarmato con le mie previsioni metereologiche, che in seguito ho scoperto essere totalmente infondate), e sono partita, carica di cose nuove, un sacco di fango, sonno, tagli sotto ai piedi (ed una spina che stava facendo infezione... ouch!!!!), ma anche divertimento e voglia di riprovare ancora.


E senz'altro, Valerio era con noi.