lunedì 25 agosto 2014

Da zero a tre nel giro di due

Sono quasi sicura di averlo già scritto. Sono affascinata dall'idea del campeggio da quando ero piccola.
 
 
Sia la Squala che Barbapapà avevano praticato, in gioventù. La Squala, con tutti i fratelli maschi scout ed amici campeggiatori, doveva essere piuttosto ben attrezzata. Barbapapà aveva dovuto costruirsi l'esperienza da solo, ma dopo aver dormito sotto un cespuglio in attesa di imbarcarsi per Londra ed andare a sentire non so se i Beatles od i Rolling Stones, beh, credo che l'idea di una tenda suonasse estremamente confortevole.
 
 
Nonostante ciò, a nessuno dei due è mai venuto in mente che potesse andare anche a me o ad AiLund di campeggiare. Il massimo dello sforzo della Squala era stato mandarmi agli Scout, in un periodo in cui il mio rapporto con la chiesa era già ridotto a terra bruciata (non terreno fertile... proprio roba da piogge acide per centinaia di anni... tipo coltivare il pianeta Venere), e peraltro come unica over-15 (avevo 20 anni, e mi sono ritrovata in mezzo ai lupetti... gh!!). Di tende, comunque, manco l'ombra.
 
 
L'anno scorso a Montelago per me è stato uno sblocco, pure se ho dovuto chiedere in prestito tutto ed imparare nel modo più difficile, con l'esperienza (servono sacchi a pelo pesanti, tende semplici da montare ma di buona qualità, bagaglio quanto più possibile ridotto come ingombro, un buon materassino, la luce per la notte...). Ripetendo l'esperienza quest'anno, ho potuto attrezzarmi meglio.
 
 
Ed adesso sono andata col gruppo di pazzi capitanati da Bodhisattva e MrCoach dalle parti del bosco del Sorbo, per altri due-giornidue-notti di massacro formativo in campeggio.
 
 
Ho sperimentato il campeggiare con la pioggia e l'utilità della verandina, ho apprezzato la torcetta da testa di AiLund, la comodità del materassino gonfiabile (pure se adesso mi devo procurare una pompa per usarlo), ho apprezzato di nuovo la sacca interna di cotone da mettere nel sacco a pelo che aveva cucito mia nonna paterna (da delle orrende lenzuola anni '70, ma l'aspetto passa in secondo piano dopo la funzionalità), ho dormito con un'altra persona e la sua cagnetta, ho visto cos'altro mi può servire (mazzuolo di gomma per i picchetti, piccola lampada a led con laccio lungo o gancio da appendere nella tenda, la summenzionata pompa, altri picchetti ché non bastano mai...), ed il tutto facendo letteralmente i chilometri (siamo arrivati a 50 in 2 giorni, esclusi errori di pista, passeggiate personali per cibo e/o momenti evacuatori, giri funzionali ed esercizi) e non occupandoci quasi per niente di campeggio o dell'arte di campeggiare.
 
 
Di conseguenza, accumulo punti esperienza, stendo il sacco a pelo fuori per areare, ed aspetto la prossima occasione. Se sono arrivata a 30 anni vergine di campeggi, e poi da 30 a 31 ne ho fatti ben tre, vuol dire che presto replicherò, ed avrò modo di imparare nuove cose :)

2 commenti:

Pentacontarca ha detto...

Pensa che io a 31 anni non ero mai stato ad un concerto.
Poi uno nel 2007...
Due nel 2011...
Due nel 2013 (con IL Concerto dei Concerti, causa di tutti i mali)...

...e ben 7 quest'anno.

Kurandera ha detto...

Eh. Tutte dipendenze.
Si creano dipendenze assurde, sai.
Io per i campeggi. Tu per i concerti.
Finiremo tu sordo ed io artitica.
Ed entrambi avremo un sacco di cose da raccontare ad eventuali nipoti :)