mercoledì 30 luglio 2014

Berserker

Forse viene col sangue, forse con i troppi rospi.
 
 
Giuro che nel mio caso non ci sono piante, al massimo le solite cucurbitacee (tanto per citare il cugino Taekwondoka, che di cetrioli volanti se ne intende).
 
 
Perché, dai, non è possibile.
 
 
 
Non lo è.
 
 
Allora. Esco di casa spedita e di gran carriera per andare a lavoro, da un signore anziano che non vuole più vivere né impegnarsi, e da sua moglie che adora fare la vittima.
Il lavoro è lavoro.
 
I due non c'erano lunedì perché erano dal figlio, a Pesciaroli (lo so... si chiama proprio così...); eravamo d'accordo per vederci oggi, pure perché venerdì parto.
 
 
Arrivo. Citofono.
 
 
Nessuna risposta.
 
 
Citofono di nuovo, attendo.
 
 
Niente.
 
 
Ancora. Mi attacco al campanello.
 
 
Come nei cartoni animati giapponesi, compaiono corvi gracchianti e folletti che dicono "Nulla di nulla!!!". Ma nessuna risposta.
 
 
Sento i miei peli rizzarsi. Guardo il numero che ho segnato sul cellulare - solo numero di casa loro, nessun telefonino.
 
 
Penso di tirargli qualche madonna, tanto sono cattolici. Ma desisto.
 
 
Però mi chiedo... il mio lavoro vale davvero così poco che ti pesa pure il dito per chiamarmi????????
 
 
Modalità Berserker *on*.
 
 
Deve essere il sangue, deve. Oppure i rospi, o i cetrioli.

sabato 26 luglio 2014

Stolen youth

"Lo Stato ha venduto la nostra gioventù, e noi abbiamo lasciato che la vendesse per fame".
 
 
Ok, non è una citazione perfetta, avrei dovuto prendere appunti quando ieri sera, su La Grande Storia, citavano questa frase di uno dei giovani italiani andati in Belgio a lavorare nelle miniere con il "contratto di scambio" manodopera per carbone.
 
 
Ma ero più intenta a ragionare.
 
 
Penso troppo; ed il mio pensiero alle volte prende pieghe strane - ed amare.
 
 
Questa frase è degli anni '50. Però potremmo riutilizzarla ancora adesso. Perché noi degli anni '80 ed a scendere ci siamo fatti rubare la gioventù dallo Stato.
 
 
Politicanti senza scrupoli, di ogni schieramento, hanno fatto i loro comodi rubandoci diritti e sogni.
Stereotipizzazioni rivelatesi poi false hanno indirizzato i sogni dei più verso strade senza sbocco.
Chi aveva già un ruolo ha cercato di favorire gente incompetente per il solo fatto che era con loro imparentata, quando una meritocrazia ben applicata avrebbe potuto far salire in graduatoria gente che avrebbe potuto veramente dare una boccata di ossigeno a questo Paese (che, per citare il Russo in uno dei suoi sfoghi, sì, se la meriterebbe la maiuscola...).
Sono amareggiata perché mi devo conquistare il lusso di coltivare i miei interessi, mi devo barcamenare a stento tra gente che ha competenze e capacità magari inferiori alle mie, e sentirmi pure dire che sono una bambocciona che non ha voglia di lavorare e di mettere su famiglia.
 
 
Sono anni che non mi concedo ferie, che valuto prima di fare spese, che discuto ferocemente con la Squala per tutelare le mie scelte, che poi in ogni caso pago con i miei soldi.
 
 
Forse sono un po' stanca di farmi rubare gioventù e tempo prezioso...


sabato 19 luglio 2014

Phoenix

Giorni di lacrime e stralunamenti, di guerre in famiglia, di urla al telefono - non mie -, di quarzi raccolti da terra, di sangue versato, di attimi sereni in un mare di ossessioni.
 
 
Ma il bello della vita è che ci si rialza sempre.
 
 
Qualsiasi cosa accada, noi siamo più forti.
 
 
Magari arriviamo a conoscere bene il sapore della terra. Stiamo lì un po', sputiamo i ciuffi d'erba tra i denti, controlliamo l'entità dei danni (ok, il labbro è un po' tagliato, ho le ginocchia scorticate, il polso è malconcio... posso rialzarmi senza che niente ceda?), e siamo di nuovo in marcia.
 
 
Il popolo delle Fenici.
 
 
Non sarà questo ad abbatterci.

lunedì 14 luglio 2014

Shout

E ci sono quelle volte in cui dici "devo andarmene da qui".
 
 
Ne va della tua salute mentale.
 
 
Ne va della tua salute fisica.
 
 
Un armadio. Un fottutissimo armadio, mezz'ora di vomito da parte della Squala di critiche ed imposizioni.
 
 
E poi, la nausea. Forte, attanagliante.
 
 
Correre in bagno, i conati che non portavano altro che il sapore del pranzo (il mio pranzo, fatto da me, con tutti i crismi!!!!!!!!), lacrime e naso che cola.
 
 
Bisogno di fuggire.
 
 
Scrivere a tre amici random, ricevere due risposte - negative entrambe, la gente ha una vita a prescindere da me.
 
 
Quindi chiudersi agli Inferi. Finire un libro. Cominciarne e finirne un altro. Cercare la calma.
 
 
E salire e cucinare, senza voglia di parlare.
 
 
Ed oggi, oggi...
 
 
Già lo sapevo. Non so da quanto, già lo sapevo. Ma alla laurea di Shamaniac, vedere il Russo con la sua ragazza, sentirmi dire "Dovete parlare, avete un sacco di cose in comune, ti vuole conoscere!!", ed io sto lì, un po' come una scema, e nessuno dei due fondamentalmente viene a parlarmi.
 
 
Questo è orgoglio. Della peggior specie. E sì, mi sto compiangendo.
 
 
Datemi una via di fuga. O un po' di tempo, mi passerà.
 
 
Passa sempre.
 
 
Fino alla prossima volta...

venerdì 4 luglio 2014

Spirit Bird

Dopo letteralmente mesi di sottofondo continuo dei Dead Can Dance, un pezzo meraviglioso di nome "The writings on my father's hand", oggi ho cambiato musica.
 
 
Abbastanza di che farci caso.
 
 
Il pezzo che mi è venuto in mente, "Spirit Bird" di Xavier Rudd, è qualcosa di particolare; non tanto per la tecnica di esecuzione, che rimane molto semplice (voce-e-chitarra), quanto per la tematica trattata. Sembra quasi un sogno sciamanico, e forse lo è.
 
 
Mi fa pensare ai danni che troppo spesso facciamo qui, su questo pianeta. Come se non fosse la nostra casa, il luogo dove affondiamo le radici.
 
 
Se ci immaginassimo sulle spalle dei nostri antenati, uscirebbe fuori una bizzarra piramide umana rovesciata. E sotto a tutto, ci sarebbe la Terra.
 
 
Perché non rispettiamo il posto che ci ospita e ci nutre?
 
 
Non so se riuscirò mai a capirlo...