venerdì 17 ottobre 2014

Vergogna

A solito, uno di quei post che possono aprire uno spiraglio sul mio modo di pensare.
 
 
Ieri sera - meglio, stamattina... - stavo rientrando da un concerto cover di De Andrè, peraltro molto bello (se un concerto cover di De Andrè fatto solo con voce e chitarra riesce a commuovere tutti i presenti, c'è poco da fare, è fatto bene, ed è bravo l'interprete). Ero tutta contenta perché è arrivato il notturno, che segue il vecchio percorso dell'autobus e quindi mi porta sotto casa. Stavo meditando sulle canzoni, quando è entrato un gruppo piuttosto chiassoso di slavi.
 
 
(apertura numero uno: so qual è lo stereotipo degli slavi, tutti sporchi, ubriachi, chiassosi e molesti. Non sono d'accordo, ne conosco tanti che sono bravissime persone... per questo detesto dover ammettere che questi rispecchiavano in pieno lo stereotipo...)
 
 
Mi fissano, ma ho il mio solito aspetto da Regina delle Nevi straniera. Quindi incominciano a "molestare" verbalmente una ragazza seduta subito dietro all'autista.
 
 
Ecco. E qui mi sono vergognata. E' vero che non è intervenuto nessuno, ma io ho solo pensato "adesso li faccio smettere". Non ho fatto niente. E la mia "giustificazione mentale" mi suona troppo debole.
 
 
Non sono intervenuta perché sono una donna.
 
 
Non so cosa sarebbe successo, se fossi intervenuta. Forse niente, forse, visto il livello di alcool presente, avrebbero cominciato ad importunare anche me. E non credo che sarebbe intervenuto nessuno. Questa è la parte peggiore. Ai più credo non sarebbe fregato nulla, come non glie n'è fregato niente che importunassero quella ragazza. Qualcuno magari avrebbe pure pensato che me la meritavo, visto il mio intervento.
 
 
Non è una giustificazione valida.
 
 
Ho avuto paura, e non ho fatto nulla. Gli slavi hanno continuato finché non sono scesi, non sono riuscita a vedere in volto la ragazza. Le ho chiesto mentalmente scusa, ma la vergogna rimane...

6 commenti:

_orchidea_ ha detto...

E' già qualcosa ammettere di non aver agito e porsi il problema! Alla fine se avessi fatto qualcosa, magari avresti messo in pericolo anche te stessa, quindi non so quanto negativo sia stato aspettare che questi soggetti scendessero...

Pentacontarca ha detto...

Se avessi fatto qualcosa li avresti innervositi e messo sul serio in pericolo entrambi. Suona strano ma è stata la soluzione migliore, anche se moralmente non giusta.

Giuda ha detto...

Giusto essersi posta il problema, ma realistico (anche se triste) l'aver avuto paura, perchè in realtà non potevi far nulla, se non mettere in pericolo te stessa. Rimane solo da sperare che la distinzione che hai fatto all'inizio, fra "tante brave persone che pure ci sono" e "alcuni corrispondenti allo stereotipo" divenga finalmente prassi comune. Per evitare che si continui a "difendere" i secondi per rispetto ai primi, o viceversa a disprezzare i primi per rivalsa sui secondi. Non esitono "gli slavi" (o "gli italiani"), esistono solo brave persone e persone non brave. E, per chi ha la sfortuna di incontrare le seconde, ci vuole protezione, senza se e senza ma.

Kurandera ha detto...

Senz'altro alla fine è stata l'azione giusta, pure se il pensare che "non agire perché donna" mi mette rabbia e tristezza. Rabbia, perché sentirmi impotente di fronte a queste cose porta i miei neuroni a comportarsi come le molecole d'acqua in ebollizione. Tristezza, perché se esistesse un mondo diverso da questo, in cui una donna non viene molestata e/o non è a rischio qualunque ora decidesse di girare, rinuncerei a tutto quello che ho pur di andarci. Ed è un peccato che questo mondo non sia qui.

Per Giuda: io sono figlia di uno straniero. Uno "straniero di classe A", forse (e prima o poi parlerò di questa distinzione), ma comunque uno straniero. Specie negli anni della scuola, ho subito attacchi razzisti, dalle battute idiote ad una sassata. So cosa vuol dire. Quindi osservo questi fenomeni con attenzione, ed in certi casi con sospetto. Non esistono razze buone o cattive, perché non esistono razze, se non in campo medico, per una predisposizione a determinate malattie (per esempio, l'endemicità dell'anemia mediterranea nei sardi). Esistono solo persone più o meno "buone", e pure questo è un criterio elastico.
Forse è un approccio cervellotico alla vita, ma preferisco un approccio cervellotico e ragionato ad uno semplice e stereotipato.

Giuda ha detto...

Kurandera: scusa ma non sono sicuro di aver capito ... hai voluto confermare quello che ho scritto io (perchè mi sembra che tu abbia detto lo stesso)? o hai voluto aggiungere qualcosa, o fare un distinguo? se è così, ti prego di spiegare meglio.

Kurandera ha detto...

Confermavo. Evidentemente, non sono l'unica cervellotica :)