domenica 12 gennaio 2014

Una domenica tipo di follia

Visto che mi sono appena un attimo stufata di raccontarvi delle mie vicende sentimentali, che tanto si concludono sempre con me come la Regina Indiscussa dei Due di Picche (call me Queen of Spades, please!!), ho deciso di distrarvi con l'amena ricostruzione di una mia domenica-non-ad-Ostia tipo.
 
 
Sveglia alle 5. O 5.10. Comunque, un orario in cui uno normalmente vorrebbe rimanere avvoltolato nel piumone (specie se, come me ieri sera, si è andati ad una festa di compleanno stile anni '30, e si è rimasti quasi totalmente digiuni cenando a pane e formaggio grossomodo a mezzanotte...). Nei fumi del sonno, organizzarsi per le abluzioni ed il vestirsi. Verso le 5.45, telefona il Capo Dandy, per avvertirmi che alle 6.10 mi passerà a prendere. Salgo a villa Caos per fare colazione. Realizzo che non c'è succo di frutta (accuratamente terminato da Barbapapà che ancora non ha imparato che la domenica mattina a me serve sbrigarmi), quindi avvio l'acqua per il té del thermos e scendo di nuovo in cantina a prendere la bottiglia. Torno su, mi strafogo in qualche modo, metto il té in infusione (e lo levo quasi subito, visto che due domeniche fa', per una concentrazione eccessiva, ho avuto un attacco di tachicardia da ospedale...), chiudo il thermos, vado in bagno mettendomi le scarpe, ne esco aprendo la porta su Barbapapà che è nel mezzo di una delle sue peregrinazioni notturne, metto sciarpa e giacca, prendo le borse (smadonnando perché ho chiuso il thermos male e il té sta facendo un simpatico laghetto), esco di corsa e salgo sul furgone.
 
 
Solito Capo Dandy che sale in cattedra e si mette a dispensare i suoi consigli di vita - leggasi anche: Kurandera stacca il cervello e parla il minimo indispensabile, ed assolutamente non di sé -, arrivo al nostro posto, io parto all'azione con la scopa spazzando via le foglie (e blastando ogni commento di "fai pratica a scopare!"), tiriamo giù tavolini, casse, treppiedi, stecche, ombrellone e scatole e cominciamo a montare, interrompendo per permettere al vicino marocchino di parcheggiare (mezz'ora in manovre, ed un'altra mezz'ora di discussione tra Capo Dandy ed il marocchino per il passaggio a lato del banco - e questo OGNI SACROSANTA DOMENICA).
 
 
Rinuncio a chiedere asilo politico, monto quello che posso mentre il Capo parcheggia (e va a caccia di acquisti, essendo lui maniaco dello shopping come e più di una donna media). Quando lui arriva, si prende caffè e dolcetti (mentre io lavoro), quindi comincia a girare a vuoto ed a mettere cassette sul banco per farmele togliere di torno, spargendo ovunque le bottigliette che usiamo per bloccare le scatole della merce nelle cassette.
 
 
Organizzato il tutto, scambio i convenevoli con il bustaio Irish (ed il suo accompagnatore, che parla l'inglese meglio di lui...), faccio qualche duetto col libraio dietro al banco (con cui improvvisiamo di tutto, dai Beatles ai Four Non Blondes, passando anche per i Cream), comincio a servirmi di té (mezzo di opravvivenza obbligato quando fà freddo, beninteso se non lo si lascia troppo tempo), mi incilindro (e qui parte la raffica di foto, visto che il Capo Dandy indossa: un completo rosso scuro giacca/pantaloni, con una camicia giallo-arancio, foulard di seta color mostarda con fantasia rossa, collana di perle marroni e granato grossularia, giacca a vento verde smeraldo e tuba in velluto marrone; ed io sono diversamente bassa, rossa e col cilindro d'epoca), e cerco di essere sufficientemente lucida, visto che il Capo si estrania per conto suo.
 
 
Le domeniche dopo le feste sono le peggiori. Abbiamo alzato più soldi con le ossa che non con le pietre. I più agguerriti oggi sono stati i cinesi, di cui uno che si è conquistato il premio di "Contrattatore più abile" conquistando una perla d'onice a barilotto alta 10 cm (sarà stata di circa 200 grammi...) per 30 euro... il peggiore invece è stato un tipo che ha voluto prendere  due giade intagliate, molto belle, a 10 euro perché "non aveva soldi", e poi ha pagato con 20 euro... mentre la peggiore è stata una tizia che voleva comprare un'intera mazzetta di fili per 1 euro (verrebbero 1 euro al filo...).
 
 
Ispirata dalla visione di una cliente che si ispirava a Janis Joplin, mi sono messa a cantare "Try" al vicino di dietro (che non l'ha riconosciuta, e poi mi ha confessato di non amare la Joplin). Al che ho attaccato con "White Rabbit" dei Jefferson Airplane. E quando lui mi ha chiesto come fosse possibile che una ragazza conoscesse queste canzoni, ho ribattuto "Perché sono vecchia dentro!". Credo che stiano ancora ridendo...
 
 
Ho avuto piccoli momenti di soddisfazione, un lungo momento di disagio (quando si è ripresentata la stessa situazione che ha riportato la mia attenzione sul Russo... e mi rendo conto che dovrò affrontare anche questa cosa...), diversi momenti di scazzo col Capo Dandy (tra cui l'ultimo in cui gli ho fatto presente che se vuole che io non usi un tono acido, deve rendersi conto che non può dirmi di fare cose che già sto facendo con tono scocciato e poi cercare di metterci una pezza chiamandomi "amore"), troppi momenti musicali (andando da "A Pict song" degli Emerald Rose, mio leitmotif della giornata, a "Lullaby of Birdland"), pure troppo freddo, una discreta dose di complimenti, un intero cartone di pizza al taglio e quasi tutto il thermos, e troppo sonno...
 
 
Mi rendo conto che le mie domeniche sono atipiche... le rare volte in cui non devo correre da nessuna parte, mi fà strano... ed ancora non capisco come mai io sia una sorta di icona della femminilità per alcuni, visto che poi sono uno scaricatore di porto...
 
 
(metto questa che tanto le altre le conoscete tutte, o quantomeno sono più facili da reperire...)
 
 

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