Mia nonna, G., è nata il 17 maggio del 1917. So per certo che suo padre era un filatelico, e suo nonno un restauratore di arazzi. So anche che il padre era un uomo in gamba, perché non ha dato tanto peso alla mentalità dell'epoca, ed ha permesso anche alle figlie femmine di studiare.
Ha vissuto gli strascichi della prima guerra mondiale, e si è beccata in pieno la seconda. Non me ne parlava mai, mi hanno raccontato più cose le sorelle... comunque, so che è stata nominalmente una "cittadina italica esemplare", poi a casa ha ospitato una famiglia ebrea, nascondendola alla persecuzione (mia madre e i miei zii chiamavano ancora la donna che nonna aveva ospitato "zia"...).
Dicevo, ha studiato. Si è laureata in Fisica, negli anni di Fermi ed Einstein, e credo fosse una delle pochissime donne della facoltà, all'epoca. Lì ha conosciuto nonno. Uno degli aneddoti voleva che un giorno, quando ancora erano fidanzati, fossero usciti dall'università chiacchierando e, presi dal discorso, non si fossero resi conto, inizialmente, di stare uscendo da Roma. Non so se sia vero, ma la trovo una storia molto tenera.
Che nonna e nonno si siano amati molto è facile da intuire... hanno avuto 9 figli... e quando mio nonno è morto, lei ha scelto di rimanere sola, circondata dalla famiglia, anche se era ancora relativamente giovane...
Ha insegnato matematica e fisica al liceo, ma doveva aver trasmesso molto. Al funerale c'erano dei suoi alunni, e la ricordavano con molto affetto. Io ricordo che al liceo andavo da lei a studiare, e non solo mi dava una mano con queste materie scientifiche (che per me sono improponibili), ma anche col latino e col greco, che ricordava dal SUO liceo. Siamo sinceri, era una gran bella testa...
E' andata in pensione l'anno prima che nascessi io, più o meno "costretta" dalle leggi pensionistiche dell'epoca (allora, avrebbe voluto continuare. Era stata pure fatta Cavaliere del Lavoro, anche se è un titolo di cui non si è mai fregiata... era molto più orgogliosa del suo Professoressa...).
Da un certo punto di vista, la mia nascita le ha fatto comodo perché, con entrambi i viejos che lavoravano, mi stava lei dietro quindi aveva modo di tenere il tempo occupato. In un certo senso, mi ha cresciuta lei. Visto che già da piccola avevo "in germe" quello che sarei diventata, quando mi portavano all'asilo dalle suore facevo un casino del diavolo, quindi lei mi prendeva, mi riportava a casa e restava con me. Se i miei genitori decidevano di andare a qualche concerto, lei era la prima persona a venire chiamata, e devo essere sincera, sia io che mia sorella (ma io in particolar modo) la facevamo disperare non poco...
Era fondamentalmente una persona buona e disponibile, e non la sto idealizzando. C'erano anche degli spigoli: era molto ansiosa, aveva un concetto di "ordinato" un po' estremo (ed a farne le spese eravamo molto noi nipoti, per esempio diceva ad AiLund "Ti vedo troppo pallida!", oppure "Eh, spazzolati i capelli!"... oppure diceva a me "Ti sei fatta lo scopettino?", se mi raccoglievo i capelli...), e non era molto espansiva (mia cugina più piccola, che la adorava letteralmente e cercava sempre di abbracciarla e baciarla, veniva malamente scacciata con le parole "Sciò, mosca tediosa!"). Però era lei. Non so, riuscivi ad accettare tutto, anche se magari su due piedi ci rimanevi male o ti arrabbiavi, perché comunque sia poi ti dava talmente tante dimostrazioni di quanto ti voleva bene, che non aveva più importanza...
Passerà alla storia la mitica cioccolata calda con cui rifocillava noi nipoti in inverno, talmente amara da essere nera (delle mie cugine saccaromani dicevano che la faceva col sale...), talmente densa che potevi metterci il cucchiaino in piedi dentro, e solo lentamente si posava sul bordo della tazza... passerà alla storia il suo cavallo di battaglia, il sugo capperi e pinoli, la minestrina la sera (col dado granulare che, dopo che avevamo avuto entrambe sogni bizzarri, mi sono convinta che fosse allucinogeno...), lo scialle addosso 9 mesi su 12, il gusto più per il salato che per il dolce, che spingeva il penultimo figlio a portarle la pizza scrocchiarella, che rosicchiava a stento ma con molto gusto con la dentiera...
Sorda ormai da tanti anni, il suo declino è cominciato con la perdita della vista. Lei, che era sempre stata autonoma, iperattiva (dicevamo che era una trottola...), che leggeva i libri e i giornali, che andava in giro ovunque, quando ha cominciato a non vedere più bene la strada (e quindi a cadere) è diventata timorosa e restia ad uscire... poi la vista è peggiorata, ha smesso prima di leggere, poi di cucinare, poi quasi di girare per casa... la morte di mia zia, la sua primogenita, ha accelerato il declino. Le sono venuti acciacchi di tutti i tipi, ogni anno sotto alle feste stava male. Mi ricordo di aver discusso con lei una volta perché avrebbe voluto "non starci più con la testa"... io che all'epoca stavo trattando una persona che non ragionava più ed era orribile sia con la badante che con i familiari, non la volevo sentir fare questi discorsi... ma poi, un po' per volta, ho capito: essere rigionieri lucidi in un corpo che non ti da più possibilità di fare nulla, deve essere un lungo, atroce incubo...
L'ansia le è peggiorata, ed ha cominciato ad essere depressa; inizialmente erano i miei zii a farle compagnia 24 ore al giorno, ma la cosa diventava troppo pesante, quindi hanno dovuto ricorrere prima ad una, poi a due badanti. Ciononostante, c'era sempre una o due persone di famiglia con lei, durante il giorno. Una volta a settimana veniva pure la sua sorella più giovane (84 anni... e si sposta con i mezzi pubblici, e fa viaggi in posti esotici del mondo, vorrei dire...), e lei riusciva a farla ridere, anche se nonna cercava di trattenersi...
La situazione è precipitata venerdì scorso, quando le era tornata la febbre, le hanno dato un antipiretico, ed oltre alla temperatura è crollato tutto, pressione, stato di coscienza, battito cardiaco... le hanno messo flebo e respiratore, ed ha aspettato... domenica pomeriggio, quando dopo Porta Portese ero andata da lei ma mi accingevo a tornare a casa, mi ha salutata, ed è stata l'ultima parola che ha detto... credo verso mezzanotte, o poco oltre, tra domenica e lunedì, si è spenta, tornando finalmente vicina a suo marito ed a sua figlia.
Per me è rimasta lei finché l'hanno lasciata sul suo letto, anche se trovavo assurdo che l'avessero vestita con la tuta (non la usava mai, se non negli ultimissimi anni per fare fisioterapia...); invece, nel momento in cui l'hanno messa nella bara, non era più il corpo di mia nonna, ma una sorta di statua di cera, che non le assomigliava neanche troppo. Forse per questo la tumulazione mi ha sconvolta meno che ad altre persone di casa.
Ieri, che ci siamo riuniti di nuovo tutti a casa sua, ho approfittato di un momento per scivolare di nuovo in camera sua. Non ne sono sicura al 100%, c'era un po' troppo casino... ma credo stia là. E credo che se per lei sarà più semplice che per mia zia di staccarsi da questo Piano, rimarrà comunque a portata di orecchio, per tenerci una mano sulla testa, come ha sempre fatto quando era viva...
venerdì 9 dicembre 2011
Nonna
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2 commenti:
Mia cara, che dirti? :(
Nulla, se non che molte cose che hai scritto mi hanno ricordato la mia infanzia e il mio rapporto con i miei nonni materni, e che ti mando un immenso abbraccio.
Per quanto sarà difficilissimo, cerca di vivere con un po' di serenità queste feste.
Un abbraccio!
Xiuh
Grazie, Xiuh...
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