In questo periodo, la vostra Kura, incurante della chiusura imminente di Splinder, ne sta combinando di cotte e di crude... tanto che non riesce a starci dietro neanche lei, quindi tante cose finiscono non tramandate ai poster...
(sì, poster... non so se aprirò un nuovo blog, né se salverò il contenuto di questo, anche solo sull'hard disk...)
Per dirne una, sabato della scorsa settimana ho fatto uno stage di Nada Yoga, quindi Yoga del canto... per la precisione canto armonico... i più si staranno domandando "ecchissenefrega?". Bene, Più, in alto a destra c'è il quadratino rosso con la X, è tutto vostro. Qualcun altro si starà domandando "e che roba è???". A costoro offro la mia becera spiegazione.
Il canto armonico è una tecnica che si trova giusto in Tibet ed in Mongolia, legata alla meditazione o allo sciamanesimo. Si chiama "armonico" perché una sola persona produce, cantando, due note in contemporanea. Facendo una sorta di mini accordo, che può essere di terza, di quinta, di settima bemolle e così via.
Ulteriore spiegazione per i digiuni di musica. Un accordo di terza è come "frà Martino". Presente le prime tre note? Ecco, prendete la prima e la terza, immaginate che la prima sia la tonica (quindi la nota che state cantando), la terza sarà la tonale (in questo caso, la nota che con particolari accorgimenti esce fuori). Invece un accordo di quinta è come "2001 Odissea nello spazio". L'inizio della canzone, proprio le prime tre note, sono rispettivamente la tonica (chiamiamola prima), la quinta, e l'ottava (ovvero la stessa nota della prima, ma più acuta). Quindi tu canti la tonica, ed ottieni la seconda nota. E così via. Tutto chiaro, vero?
In ogni caso, abbiamo fatto scale terapeutiche (pare che in India abbiano sintetizzato 72 scale, e che ognuna di queste sia legata ad un valore piuttosto che ad un altro), abbiamo giocato con questa cosa del canto armonico (ed io ho scoperto che non riesco a fare la terza, ma solo la quinta), ed abbiamo recitato in coro un mantra, cercando di aggiungerci i vari controcanti e di pronunciare bene i fonemi (sembra che abbia un significato anche la pronuncia...).
Invece, martedì a Danza è stato un bel disastro... e lo ammetto con un po' di orgoglio ferito, ma tanta voglia di migliorare. Fabiana ci ha mazziate ben bene... Abbiamo fatto una mini sequenza (passo incrociato a destra, giro a tre passi a sinistra, ribilanciamento, un sole e mezzo, oscillazioni laterali del bacino e poi via di nuovo), e dovevamo danzarlo sulla musica mantenendo il tempo. Finché c'è stata lei, tutto ok. Ma, giustamente, lei vuole che impariamo a sentire il tempo da sole, e deve controllare come vengono i movimenti. Si è fermata... ed è stato il caos. Tutte scordinate. Tutte che ci influenzavamo a vicenda, oppure che per lavorare per conto nostro ci schiantavamo l'una contro l'altra nel passaggio destra-sinistra. Un macello. Ho provato a concentrarmi sul ritmo (un Saidi, semplice, quattro tempi), ma perdevo di vista il cantato e certe sue sfumature. A tratti mi fermavo, cercando di sincronizzarmi con le altre, ma la mia percezione e la loro non coincidevano. Ad un certo punto Fabiana ha cercato di aiutarci dandoci di nuovo il ritmo, ma avevamo confuso anche lei. Insomma, bel casotto. Ce lo ha detto, "Nessuna di voi riusciva a tenere il tempo più di pochi attimi, e nessuna lo teneva bene"... Abbiamo tanto da lavorare, su questo. Ahi ahi...
Domani mi vedo con Evenstar, finalmente. Poi, questo fine settimana, di nuovo Ostia con il corso. E domenica, cena a casa di Poshman, con una voglia pari a zero.
Insomma... continuiamo a mantenerci impegnati...
giovedì 26 gennaio 2012
Ahi ahi...
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
3 commenti:
Come mai anonimo?
Tanto c'è il link che funziona
Interessante questa storia del canto e le sue implicazioni psicologiche.
Grazie della lezione :)
Salve, Rogluck!
Spiacente che tu sia dovuto arrivare qui ora che splinder chiude... ma grazie per il tuo commento :)
Posta un commento