martedì 6 marzo 2012

Non fiori, ma opere buone

Si avvicina la data della festività ipocrita per eccellenza. Non parlo di natale, san valentino o simili (in fin dei conti, se ci credi ti fa piacere, e se vuoi lo festeggi pure tutti i giorni...), ma dell'8 marzo. Festa che avrebbe tutti i requisiti per avere senso, e che invece è diventata solo un'occasione per spendere barche di soldi in cioccolatini e spiumare povere mimose innocenti.


Così com'è, non me ne frega niente, e gli auguri li accetto solo da Barbapapà (in quanto uomo disinteressato) e da rarissimi amici maschi che hanno per noi doppie X un po' più rispetto della media. Altrimenti, non so che farmene. Mi fanno gli auguri, e il più delle volte mi viene da dire "grazie, altrettanto!".


Cosa potrebbe rendere questa festività un po' più sensata?


Ricordare le operaie morte negli Stati Uniti, le minatrici crepate in qualche galleria del nord Italia, le mondine che sfidavano la malaria e gli occhi viscidi del proprietario terriero ("Bella ciao" era un canto loro, altro che partigiani...), l'infinità di bambine-donne africane, asiatiche,sudamericane che lottano perché venga loro riconosciuto un pugno di diritti fondamentali, primo tra i quali quello alla vita, e non ultimo quello del rispetto.


Sarebbe bello se nelle piazze si facessero gruppi di lettura dei libri di Fatema Mernissi, delle meravigliose poesie raccolte nel libro "Non ho peccato abbastanza" (aggiungerei che sono poetesse di lingua araba), che comitati di ambo i sessi strappasse dai cartelloni quelle oscene pubblicità in cui le donne sono bambole, oggetti da sfruttare e poi buttare via, con buchi neri al posto degli occhi, e che venissero messe invece foto di persone comuni, di donne ma non solo che sono eroine ed eroi dei nostri tempi perché alzano la voce, perché non chinano il capo, perché conoscono il significato delle parole Libertà, Rispetto, Dignità, Ironia, e non se le lasciano rubare da nessuno, né dai costumi, né dalla società, né dalla religione.


Vorrei vedere più cervelli che tette e culi, in giro. Vorrei che si parlasse dell'ironia della Littizzetto più che della farfallina di Belèn, della cultura di Margherita Hack più che dell'isteria di Naomi Campbell, della grandiosa umanità di Aung San Suu Kyi più che di quella demente di Paris Hilton, di Rossella Urru più che di qualunque altra sgallettata figlia di papà.


Direi che la differenza tra le prime persone citate e le seconde è sotto gli occhi di tutti... ecco, vorrei che noi donne decidessimo a quale dei due gruppi ci sentiamo di appertenere, e ci comportassimo di conseguenza.


E un'altra cosa che vorrei, è che tutte le manifestazioni di cui viene fatta voce solo in prossimità di questa festività del cavolo incvece diventassero la norma, per cui battaglie come quella contro la mutilazione genitale femminile e compagnia bella fossero di pubblica conoscenza.


E questo deve essere esteso a tutti, ed insegnato sin da piccolissimi, nelle scuole... perché in fin dei conti, anche il più sessista degli uomini è passato per il corpo di una donna...

6 commenti:

Anonimo ha detto...

concordo!

Kurandera ha detto...

Grazie. Speriamo che anche altri la pensino così...

Xiuhcoatl ha detto...

Sai che sono pienamente d'accordo con ciò che hai scritto, dalla prima lettera ai tre puntini di sospensione finali!
Sono talmente allergica al significato commerciale di questa ricorrenza (e non festa! non c'è un cazzo da festeggiare!) che ogni anno me ne dimentico tassativamente!

Kurandera ha detto...

Sapevo di poter contare sulla tua approvazione! :)


Peraltro, ti piacciono i libri? ^^

Xiuhcoatl ha detto...

Siii!:D Sai che regalarmi un libro equivale a farmi felice come un pupo in un negozio di giocattoli :D
Ho quasi finito Io non soffro per amore, mi sa che appena rifiato un po' comincio l'altro :D

Kurandera ha detto...

Vai pure con calma :) non sono romanzi, quindi è bene farli sedimentare!