mercoledì 5 maggio 2010

Riflessioni di una sonda nel mondo...

Dando un'occhiata in giro, ho deciso di metterci decisamente una croce sopra sullo scrivere del 1 Maggio. E' come sparare sulla croce rossa, l'hanno fatto tutti. Unica cosa che mi dispiace, è che non potrò sbrodolare un po' di complimenti sul mio amato Capossela. Ma non ha importanza.


Mi sembra più importante fare la pseudofemminista, io che femminista non lo sono manco di striscio (credo nel rispetto, sì, ma non che le donne debbano essere rispettate ed i maschi calpestati; credo nell'autodeterminazione del proprio corpo, ma vale per tutti; non credo nell'uguaglianza dei sessi perché non possiamo fecondare quanto gli uomini non possono rimanere incinti, e questo, che lo vogliamo o no, fa una differenza enorme; mi piacerebbe credere nell'uguaglianza degli stipendi basata su un rapporto meritocratico ore di lavoro/rendimento, ma lo so che ho il passaporto di Outopia nel cassetto; e così via...), ed analizzare, er l'ennesima volta, il fenomeno dello zerbinaggio mediatico...


La riflessione è nata già mesi fa, e non l'ho mai esposta perché ho sempre reticenza a parlare di cose non danzereccie su questo blog (pure se la reticenza va diminuendo, col tempo, anche solo perché ho bisogno di un posto dove scrivere). In definitiva, ho cambiato idea per due validissimi motivi: questo blog è letto da poca gente, a cui suppongo non freghi nulla se parlo di danza, del buco dell'ozono o di qualunque altro argomento, l'importante è che io scriva qualcosa. Il secondo punto è che il corpo delle donne, ed il loro animo, sono temi della danza, quindi non è completamente fuori luogo (questa è tirata per i capelli, ma arrangiatevi, oh!).


Tornando a bomba, tutto è nato con la pubblicità dell'Orogel, quella delle verdure, minestroni e passati surgelati. Mentre l'utente medio guarda più o meno imbolsito la pubblicità, senza focalizzarsi sui dettagli, io ascolto la musica. E sento queste parole, cantate da una voce molto nasale di donna (Malika Ayane? So solo che non mi piace, come voce, ed anche meno come testo) "... e donami bellezza e vanità finché non sarò perfetta come tu mi vuoi".


EEEEEEEEEEEEEEHHHHHHHHHHHHHH?????????????????



Capirete il mio sgomento, forse. In una frase pseudoinnocente ci sta un ammasso tale di stereotipi da far rivoltare una femminista seria, altro che una casinara come me!! Intanto, che la donna debba essere bella, vanitosa e perfetta. Ora, chi l'ha detto? Domanda retorica, so benissimo chi lo ha fatto: il mondo dei media. Quello che continuava a sfuggirmi è il perché, almeno finché non ho letto la validissima ipotesi di Fatema Mernissi. Ma di questo accennerò dopo.


Ultimo colpo alla mia vacillante resistenza è stato il pezzo "perfetta come tu mi vuoi". Neanche una scelta personale, quindi, ma qualcosa di indotto. E la canzone lascia intuire che sia un lui.


Ho provato a chiedere ai miei familiari se trovassero la mia reazione eccessiva... ma, nella famiglia stretta, non ci avevano neanche fatto caso, alla musichina incriminata (una delle rare occasioni in cui l'essere sordi si è rivelata una buona cosa...). Quello che mi preoccupa è che non tutti gli uteni della televisione sono sordi, e molti possono non averci fatto caso in maniera conscia, ma assorbito un messaggio simile a livello inconscio.


Di nuovo la mia amata Extebarrìa parla di questo fenomeno dell'"azzerbinaggio" (il termine che uso, però, è mio). D'altra parte, lei lo ha vissuto sulla sua pelle, come spiegava nel libro che non finirò mai di decantare e consigliare a tutti, "Io non soffro per amore", quindi storie d'amore che diventavano di dipendenza, dipendenza da una persona, da droghe, da comportamenti sbagliati ed autolesionistici, in cui uscire diventa una sfida per sé stessi, strisciare fuori dalla buca che ci si è scavati credendo di volare. E' un fenomeno anche maschile, come è testimoniato da due canzoni (di cui non conosco il titolo, ma una fa "Legami le mani legale con tanti nodi all'anima, porta la mia vita a correre da qualche parte, stancala. Solo io sarò felice se sarai crudele con me...", o giù di lì, e l'altra è quella dei Negramaro "Usami, straziami, strappa le mie ali, fai di me quel che vuoi..."), però devo dire che gli uomini, forse perché sono culturalmente visti come la parte attiva, quindi difficilmente assumono ruoli passivi di azzerbinaggio, sono una stretta minoranza. Invece, la musica, la letteratura, i film e compagnia... mostrano tutti questa figura femminile asservita, che necessita di un uomo vicino per essere qualcuno, che deve essere bella e docile... Pure le favole!! Ne volete una prova?



(posso tralasciare il fatto che, vedendo questa immagine, l'idea di bellezza che si ha è occhi grandi, un po' svaniti tipo cucciolo, seno grande, vita inesistente e fianchi larghi?...)


Allora, dicevo all'inizio. Fatema Mernissi. Lei aveva avuto la briga di andare a controllare per quale motivo mai ci fosse una discrepanza così grande tra la visione occidentale dell'harem e l'harem vero e proprio, quello in cui era nata ed aveva vissuto sua nonna. Per togliersi questa curiosità, parla con tutta una serie di giornalisti ed editori, uomini e donne, occidentali. L'immagine che ottiene è quella dei quadri di Ingres, dove donne nude danzano ed aspettano che arrivi il sultano per compiacerlo (invece le donne dell'harem, per la sua concezione, erano ben vestite, dovevano essere colte e si odiavano tra di loro così tanto da rendere pericolosa la convivenza, altro che gruppo ben asservito!!!). Infine scopre una banalità: anche le donne occidentali vivono prigioniere di un harem! Ma se le donne arabe dell'Islam sono prigioniere di un harem fisico-spaziale, una cosa che serva a nascondere la loro differenza rispetto agli uomini (perché, a suo dire, l'Islam prevede che i fedeli siano tutti uguali, quindi la sopracitata differenza tra uomini e donne risulta "disturbante" per la dottrina... che io poi vorrei capire perché, se dio o Allah o Peppe o chicchessia ha creato l'uomo inteso come essere umano a sua immagine e somiglianza, questo valga per l'uomo inteso come sesso e quindi non per la donna, vista inferiore già dall'estrazione dal corpo di Adamo), le donne occidentali vivono in un harem di tipo fisico-temporale, sono prigioniere di un'immagine che le vuole eternamente giovani, eternamente competitive, eternamente costrette a rincorrere una taglia, una pelle levigata, uno stile... E quindi concludeva che, probabilmente, se anche lei fosse stata costretta a tanto, non avrebbe avuto forza per ribellarsi e far valere la sua voce e la sua opinione.


Che forse siamo tutte azzerbinate perché passiamo più tempo a farci dire come dobbiamo essere che non a coltivare chi siamo veramente?



Grande Calvin!!! Dovresti darci una lezione a tutte!

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