Per non parlare d'altro, ho deciso che stasera è meglio se parlo della mia neonata intolleranza.
Sono diventata superipermegaintollerante. Insofferente nei confronti di una marea di cose. Cominciano già a farmi i discorsi che sono troppo radicale, troppo reattiva, che non mi va mai bene niente e cose simili... io, in genere, li lascio parlare e continuo di testa mia (tanto, perlopiù a lagnarsi è la Squala...).
E così, ho sviluppato un'intolleranza nei confronti della cooperativa per cui lavoro, che vuole impormi un corso per imparare ad usare il Blackberry aziendale (e chi lo vuole un Blackberry? Meglio un cestino di more, no? Ho già deciso che gli affilerò i bordi in qualche maniera, per utilizzarlo tipo shuriken contro il primo responsabile della cooperativa... mi dovrò studiare un sistema per affilarlo, e fare esercizi di lancio...), intolleranza che mi spinge a desiderare talmente tanto una nuova situazione che qualcosa si sta già muovendo...
Ma un'intolleranza molto più vecchia, che però si sta facendo sempre più forte, è quella che da il titolo al post... ed è in agguato in ogni strada, con ogni persona, senza distinzioni di razza, età, sesso, religione e credo politico, con unico denominatore comune l'idiozia.
Sono anni che conduco la mia battaglia contro chi butta in terra le cose. Tipo: scartoccio il pacchetto di sigarette, via la plastica e l'alluminio, e cosa faccio? PUFF! A terra. Pure se il cestino è a mezzo metro di distanza. Al liceo mi sono beccata più volte della rompicoglioni. Qualcuno ha pure provato a giustificarsi dicendo "Così diamo lavoro agli spazzini, se no non fanno niente ed è come rubare lo stipendio, no?".
No. E non dirmelo dopo aver "casualmente" svuotato la tasca dalle cartine delle caramelle!!!!!!!!!!
Qualche giorno fa, aspettavo il treno in stazione, e sulla panchina vicino a me si sono accomodati due giovanotti smaniosi, che prima si sono lamentati per la scomparsa delle stecche dalla panchina (altra bravata tipica...), poi sono andati a comprarsi le sigarette. Filino rosso, scartocciamento della plastica, via l'alluminio e PUFF!, a terra. Preciso preciso.
La plastica è volata fino a me, che l'ho raccolta, sono passata davanti ai due ragazzetti guardandoli malissimo - come se mi si fossero filati di striscio... -, e l'ho buttata, nell'immancabile cestino a massimo 80 cm dalla panchina.
E lì, in quel momento, mi è venuta in mente una frase mordace, che purtroppo non ho avuto il coraggio di dire.
"Scuste, voi vivete su questo Pianeta, o alle sette viene a prendervi l'astronave per riportarvi su Marte?".
Non avrebbero capito, ovvio. Ma noi viviamo su questo Pianeta, no? E' casa nostra, giusto? Io a casa mia sono disordinata, ma non la riempio di pattume... perché dovrei farlo alla Terra?
Ecco... sono intollerante così...
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