lunedì 14 febbraio 2011

Stagista (senza r) per un giorno!


Ieri, come già annunciato, è stata una giornata particolare, e particolarmente ben riuscita salvo dettagli.


Purtroppo non parlo della manifestazione. Dopo aver tanto sperato che la facessero, l'hanno messa in un giorno in cui già avevo preso un impegno altrove... manco a dire che potevo fare una scappata e ritorno... alle 14.00 ero ancora in piena lezione, e più che di manifestare avevo voglia del panino che previdentemente la Squala mi aveva preparato...


Parlo del secondo stage di Simona Ticciati cui abbia partecipato, e delle 5 ore intense di danza che mi sono goduta  forse pure troppo... ma è meglio andare con ordine, no?...


Intanto, per essere piena domenica, la sveglia prestoooo... c'era una grossa motivazione, se no l'avrei mandata al diavolo e non avrei abbandonato il mio mitico bozzolo... invece l'ho abbandonato, e l'ho pure disfatto, sperando di tornare per tempo per rifarlo al volo...


Quindi, colazione feroce, veloce lavaggio di denti, ed al tenero orario delle 8 e spicci, correre fuori di casa con la paura di perdere il treno... treno che, per fortuna, non era in anticipo come al solito...


Per farla breve treno, metro, un sottopassaggio da cui i miei mi avevano ben guardata e che invece si è rivelato tranquillissimo, ed eccomi qui, in pieno San Lorenzo, di fronte alla San Lò, scuola di danza un po' sui generis. Non sono la prima arrivata, ma per una volta sono per tempo, e sono ben contenta che l'imballaggio intorno alla spada mi abbia risparmiato problemi (in fin dei conti, vagli a spiegare che si tratta di un'arma estetica, per danza del ventre...).


Mi sono segnata per quattro lezioni, ma non avevo avuto mail di risposta e quindi non sapevo neanche se ero rientrata nel numero... vado quindi subito incontro a Simona, insegnante ed organizzatrice, la quale mi rassicura, tuttappost'. Vado quindi a cambiarmi, ricevendo occhiate perplesse da ragazzine, giovani donne e signore che evidentemente devono conoscersi tutte... cavolo, alla faccia della sorellanza...


Per fortuna, tra tutti questi volti scrutatori c'è anche qualcuna che mi (ri)conosce, quindi al grido di "sei tu la terapista?" il ghiaccio si rompe, e vengo accettata giusto in tempo per la prima lezione. Anzi, più che accettata, vengo prenotata per massaggi ta talmente tante danzatrici che, se ne avessi fatti a tutte facendomi pagare 20 euro a testa, sarei tornata a casa con un bel gruzzoletto...


Prima lezione, Maria Strova. . Trooooooppo elegante. Ci spiega come danzare nello spazio, come essere consapevoli di noi e delle compagne che abbiamo intorno, di come possiamo anche non avere paura di urtare qualcuna, che lo spazio è il nostro. Evito di affibbiare colpi contundenti solo perché sono troppo alta per la media, le mie braccia passano sopra le più come pale di elicottero. Però, sono soddisfazioni. E maria mi fa morire col suo modo di fare schietto ed il suo mix di italiano, inglese e spagnolo.


Seconda lezione... Maria Strova again!!!!!!!! Un'ora e un quarto di sguardi  dosare lo sguardo senza essere sempre obbligate a sorridere e fissare, dove puntare lo sguardo altrimenti (nello spazio e sul corpo) in modo da dirigere l'attenzione dello spettatore e raccontare una storia... e per ultimo, dividersi in coppie, una persona fa la spettatrice, l'altra improvvisa mettendo in atto quando spiegato fino a poco prima, giostrando con lo sguardo un po' liberamente, un po' seguendo le sue indicazioni. Sono capitata con una ragazza molto simpatica, che non ha obiettato sul mio stile quando ho improvvisato (con la mia solita fortuna, sono stata la prima... ma forse è meglio così), e che si era fatta prendere talmente tanto la mano quando ha dovuto improvvisare a sua volta, da terminare la sua performance con una linguaccia degna della migliore Meissoun!  Eh, c'è poco da fare, solo le migliori hanno queste trovate!!!!!!!!


Terza lezione... Mari... eeeeeh, ve l'aspettavate? Invece no, la terza lezione è stata dell'organizzatrice, Simona Ticciati, che con nonchalance ci ha iniziate ad alcuni dei misteri del complicato (e bellissimo) ritmo Samai, con il Muwashahat el Andalus, uno degli stili classici della danza, dal nome così difficile che me lo sono dovuta andare a rivedere sul programma...  bello, moooolto bello... ma si era fatta l'una, si erano fatte le due... diciamo che la fame cominciava ad investirci un po' tutte...


E' stato con autentico piacere, quindi, che quando ci siamo fermate ho addentato il classico panino sciapo "pomodoro-e-mozzarella" fattomi dalla Squala. E con ancora più piacere ho sbranato la mela, quasi facendomi fuori anche il torsolo. E, visto che la pausa prando è stata lunghetta, ho pure fatto un giro nel mercatino interno, ammirando vestiti spettacolosi ed in particolar modo un tre pezzi (gonna, cinta e velo) che sembrava quasi una sorta di sari, sia per il decoro che per il tessuto...


La pausa pranzo è però stata in arte funestata dal terrore di una delle ragazze più giovani, 19 anni, che è stata inseguita da un ragazzo quando è andata a prendersi della pizza, e poi fin dentro la palestra, finché la segretaria non l'ha allontanato. Non era la prima volta che lui la seguiva, e lei non era in abbigliamento belly, ma ben vestita e col cappotto... abbiamo avuto una reazione un po' brutale, di fronte al suo terrore, e vista l'altra concentrazione di spade (e chissene se non hanno il filo!!!!!!!!) è stato probabilmente un bene che la segretaria lo abbia allontanato... certa gente mi fa venire i nervi... e quella povera ragazza era così terrorizzata che ha chiamato il fidanzato, voleva farsi venire a prendere subito, e solo un'altra ora di lezione l'ha tranquillizzata abbastanza...


Quindi. Quarta ora sempre con Simona, con qualcosa per me completamente nuovo: i fan veils (che qualcuno chiama fun veils...), ovvero un... coso mutuato dalla cina, dove viene utilizzato come simbolo beneaugurale, simile alle code della carpa. In che cosa consistono? In dei bei ventaglioni di bambù (tanto più grezzi e pieni di schegge sono, tanto sembra sia meglio... ahio!!!!!) con attaccati dei veli colorati, in seta leggerissima. Tu sventoli il ventaglio, ed il velo gli fluttua dietro con un bell'effetto estetico che dovrebbe compensare la fatica che sta facendo il polso... l'unica cosa, fintanto che lo fai non riesci a renderti conto bene dell'effetto estetico d'insieme... ne ho comprati un paio con il velo che da nero va a turchese, ma ce n'erano altri fichissimi che passavano da nero, a rosso, ad arancio, a giallo, e che sembravano letteralmente delle fiamme. Al termine della lezione ho fatto vedere ad una delle ragazze che effetto faceva con il suo velo dietro guardandosi allo specchio, ed anche lei ci credeva a stento...


Le altre lezioni non mi interessavano più di tanto, altrimenti ne avrei avute fino alle 19... invece, ho dato fondo ai miei risparmi per acquistare, oltre ai veli, il vestito mezzo sari ed una collanina di smalto indiano, cui poi il negoziante ha voluto aggiungere in regalo un paio di orecchini con le radici di smeraldo... Quindi, ho preso commiato (non dopo il rituale delle foto di me vestita da iniana, che chissà quando mi arriveranno...), ed ho affrontato il lungo e periglioso viaggio per arrivare in quel della nonnina, dove mi stavano aspettando la Squala, Barbapapà, AiLund, il Santo, ed il MMITTICCO, uno dei miei cugini che non si vede praticamente mai (un essere mitologico metà uomo metà ingegnere aerospaziale, anche conosciuto come Clark Kent per la sua spiccata somiglianza con Superman con gli occhiali...). Ovviamente il MMITTICCO non poteva venire a casa nostra a prendere il suo regalo di natale (no, no, troppo facile...), ma mi ha promesso che, dopo il suo dottorato, mi dedicherà una briciola del suo tempo per raccontarmi le sue ultime ricerche, mostrarmi dei risultati interessanti (l'ho pregato di spiegare il tutto come ad una capra), e quindi di prendere anche il famoso pacchetto... chissà come reagirà...


I contro di questa giornata così piena sono stati: il ciclo, venutomi sin dalla mattina (per fortuna che avevo messo le mutande nere e qualche assorbente in saccoccia "non si può mai sapere"...), il lutto del Santo al momento di rientrare, ed un orrido raffreddore della consistenza del catrame che mi ha invaso la testa e mi ha fatto delirare di tribalists tutta la notte fino alle 5.30 del mattino quando, dopo l'ennesima volta che mi alzavo per andare a bere, ho pensato che potesse essere il caso di mettermi il cuscino... unico problema, la sveglia era alle 6.45...

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