mercoledì 21 aprile 2010

Il senso del lavoro...

Quasi tutti noi, per non dire proprio tutti-tutti, amiamo avere del tempo libero... E' un ottimo modo per gestire la nostra vita, per rilassarci, per coltivare i nostri interessi.


C'è un "ma", comunque. Il tempo libero deve essere tempo libero, appunto, tempo tra gli impegni.


Di questi tempi io ho SOLO tempo libero. E la cosa mi pesa, in una maniera sottile per cui non me ne rendo neanche conto. A parte il fatto che sono più nervosa (sognare di tentare di rompere un braccio, anche ad una str..., non è da me...), che la permanenza con la squala mi sta dando sui nervi (io disoccupata, lei in pensione, già ci tolleriamo poco o niente, costrette insieme siamo una polveriera...), anche il fatto di non avere spicci per un acquisto al volo o cose simili mi da fastidio. Detesto stare lì a contare i soldi (come mi è successo oggi in erboristeria... d'altra arte, una boccetta di olio di rosa mosqueta a 25 euro è esagerato...).


Ieri ho avuto la mia epifania (in senso di rivelazione, geni... non aspettatevi l'incontro con una vecchietta piena di regali!), andando a fare il "giro dei curricola" (una sorta di giro delle 7 chiese, meno religioso ma si spera più proficuo, in cui si cerca una serie di centri in rete, e poi ci si va portando il proprio CV e sperando che qualcuno si prenda almeno la briga di leggerlo...).


Intanto, avendo una motivazione seria, ho rimandato la sveglia solo di 3 volte. Poi, sono stata fuori casa tutta la mattinata, sono tornata per pranzo, e sono uscita di nuovo (con una corsa perché avevo il dentista e mi ero sbagliata di orario) nel primo pomeriggio.


Ho consegnato 4 curricula, ho cancellato dalla lista altri 2 centri (uno introvabile, l'altro che ha chiuso - e dove peraltro avevo già portato il curriculum mesi fa), ho battezzato un paio di pantaloni puliti (per fortuna jeans), le scarpe e tutto il contenuto della mia borsa con il contenuto di una bottiglia di olio di mandorle per massaggi misteriosamente apertasi mentre camminavo, ho chiacchierato con un po' di gente, alcuni educati altri meno (tipo ho odiato la tipa del centro in ristrutturazione che ha conversato con me solo via citofono, senza neanche volermi vedere in faccia...), ho preso al volo un libro ed un regalo per il compleanno di mio padre (che si avvicina) su un bancarella, ed una volta tornata a casa ho letto tutto il libro ridendo come una scema (d'altra parte, Terry pratchett è Terry Pratchett, non nel mio pantheon di "uomini da sposare e chissene se sono già sposati con prole", ma nel mio pantheon "uomini che in realtà sono geni del male travestiti ergo assolutamente godibili"), ho contribuito alla preparazione della cena, quindi sono andata a letto più morta che viva, dolorante, ma senz'altro decisamente contenta.


Ecco. Mi manca la motivazione per alzarmi. Credo sia questo, il senso del lavoro. Quello che ti permette, poi, di apprezzare il tempo libero con coscienza.


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Perché questa canzone? E perché no? Chi siete voi per giudicare le mie ossessioni?

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